La società attuale (e moderna) vuole che sia di moda fare outing o meglio coming out, visto che ora è di moda anche differenziare i termini.
Capita così che Tiziano Ferro decida apparire in copertina su Vanity Fair e di dichiararare la sua omosessualità.
Ora che sia publbicità o meno, che sia verità o meno, che siano affari suoi o meno, ma in un mondo normale ognuno non dovrebbe vivere la propria sfera intima (e non) nel modo che più lo aggrada senza la necessità di dover rendere pubblica tale cosa?
Il mio pensiero resta sul fatto che fare outing non è un atto di coraggio, è un atto di richiamo.
Ho il massimo rispetto per Tiziano Ferro in questo caso, ma spero che tra qualche anno chiunque potrà essere libero anche di amare chi e cosa vuole.
Detto ciò ci tenevo a chiudere dicendo che io viceversa non sono gay.
Differenziare i termini non è “una moda” come affermi. Sono due concetti molto diversi: fare “coming out” significa dichiararsi, fare “outing” invece è dichiarare (per esempio) l’orientamento sessuale di un’altra persona senza il consenso di quest’ultima. Quest’ultima è una pratica usata negli Stati Uniti per colpire i politici e le personalità pubbliche che non solo “vivono nell’ombra” ma votano contro determinate leggi o hanno una condotta pubblica in netto contrasto con le proprie abitudini private.
Poi ok, per la stampa italiana come sempre tutto fa brodo.
Complimenti per il blog!
è un atto politico, che come tale non può che avere una dimensione pubblica o comunque sociale. Quando la differenza di Tiziano non sarà più culturalmente discriminata, non sarà più neccessario l’atto politico e non ci sarà nemmeno la possibilità di confonderlo maliziosamente con una strategia pubblicitaria, semplicemente perché non farà più notizia. Il fatto che oggi la notizia c’è è l’indizio più chiaro che l’atto politico è necessario.