1984 è quasi realtà?

60 anni fa quando George Orwell scrisse e pubblicò “1984” sicuramente avrà pensato che la sua visione distopistica della realtà non sarebbe mai esistita, oggi potremmo magari parlarne.

Sempre più controllo si da agli alti poteri e ai media sottomettondosi all’impossibilità forzata di cambiare la realtà. Tutti ci lamentiamo di diversi fattori, ci preoccupiamo della mancanza di libertà senza fare nulla per mantenerla. Allo stesso tempo mentre ci preoccupiamo della nostra privacy diamo in pasto a decine di social network: twitter, FaceBook e MySpace sono solo la punta del’iceberg.
Insomma ci lamentiamo di tutti ma ci tranquillizziamo nel normale uso e consumo di ciò che dovrebbe urtarci.

La realtà dei fatti dice che “1984” è qui tra noi, non solo per la privacy, non solo per il controllo. Per Tutto.

Scrivo ora, da iprocrita. Dovrei cambiare il modo di fare. Dovrei alzarmi, dire che sono stanco e ribellarmi. Forse proprio per questa stanchezza però non ho forza.

N.d.L. In realtà a me non infastidisce dire i cazzi miei, nemmeno nella vita reale. Mi infastidisce tanto altro, ma questa è un’altra storia.

2 ricordi 2 pensieri

Oggi sono 20 anni dalla protesta di piazza Tian’anmen (massacro è un termine più adatto sicuramente). Qualche giorno fa la Cina ha pensato bene di bloccare quanti più mezzi di comunicazione possibile.

In Italia propongono anche di controllare Internet. Controllano l’informazione. Non diventiamo come loro.

Lo stesso giorno, ma di 5 anni più tardi, si spegneva uno dei più grandi attori che ho potuto vedere in vita mia, Massimo Troisi. In Italia c’è stato e sicuramente c’è ancora qualcosa di buono.

Io mi fido degli uomini, è del diavolo che c’è in loro che non mi fido.

Quella del titolo non è poi tanto una frase presa a caso. Mi è sempre piaciuta, da quando ho visto “The Italian Job”, forse perchè alla fine amo Sean Connery e Charlize Theron, forse solo perchè per me è un bel film.
Ma non è di questo che volevo parlare.

Quella del titolo è una frase che oggi mi è venuta perchè ogni tanto mi incazzo con il mondo e allora penso. Mi incazzo quando leggo di gente che fotografa gente che muore in fila, quando penso che la gente è crudele ed ho ragione.
Ma non è di questo che volevo parlare.

Quella del titolo, la frase, mi viene in mente quando il mio paese viene richiamato dall’ONU e la massima personalità che dovrebbe rappresentarmi difendere un tale che poi cantava canzoni in lingua straniera, ma forse questo il tale non se lo ricorda. Tra l’altro il tale è razzista ed indagato.
Ma non è di questo che volevo parlare.

Quella frase, quella del titolo, la penso perchè secondo alcuni l’Italia non è un paese multietnico, quindi non abbiamo da anni, da secoli oserei dire, diversi ceppi culturali ed etnici. No, non è un paese multietnico, non si parlano diverse lingue, non si proviene da diversi posti.
Perchè non abbiamo squadre di calcio con giocatori provenienti da tutto il mondo o gente che muore solo per quel poco di speranza che gli resta.
Ma non è di questo che volevo parlare.

Quella frase che da il titolo al post mi viene in mente ora, quando sono convinto che l’Italia non è un paese multietnico, perchè poi in realtà l’Italia non è una e non è unita, e soprattutto l’Italia finisce più o meno al Vesuvio.
Ma non è di questo che volevo parlare.

Quella frase li nel titolo c’è perchè su una certa Noemi Letizia non si fa che parlare e quando vuole farla parlare, come se importasse al popolo della sua verginità, del come lei abbia conosciuto Berluscon. Come se invece del fatto che la Borromeo venga censurata, in particolare su questo argomento, non importi a nessuno.

Quella frase che magari con il post non c’entra niente ma ne da il titolo la penso ora, perchè alla fine in alcune persone ci credo, perchè credo in alcuni valori ed in alcune cose in cui anche loro credono. Perchè sicuramente non sarò affine al PD ma in Debora Serracchiani vedo molto di positivo. Perchè per me il Partito Pirata può dire tanto, anche se Sinistra e Libertà non è il mio partito, ed Alessandro Bottoni è la seconda alternativa in cui credo.
Ma non è di questo che volevo parlare.

Quella frase, “Io mi fido degli uomini, è del diavolo che c’è in loro che non mi fido”, è li perchè a me piace, perchè sicuramente c’è stato quel giorno in cui io ho sbagliato nella mia vita, forse perchè oggi sarei dovuto essere un rugbista oppure sarei voluto essere a Miami Beach.
Si, forse era di questo che volevo parlare. Ma ormai non importa.

Due precisazioni su argomenti musicali

Innanzitutto vorrei dire che Noemi Letizia per quanto mi riguarda può accompagnarsi a chi vuole, libera di fare ciò che vuole e così via, ma se a 18 anni fa il karaoke con le canzoni di Apicella mi vengono i brividi.

Alla Signora Caterina Caselli invece vorrei dire che non è proprio vero che nessuno ci guadagna, sul sito del progetto degli Artisti Uniti per l’Abruzzo, quelli che hano fatto il brano “Domani 21.04/2009”, è chiaramente riportato:

La vendita su supporto fisico avverrà attraverso Universal Music Italia, presso tutti i negozi di dischi, grandi magazzini, centri commerciali. Sugarmusic incasserà da Universal Music Italia Euro 2,34 per ciascun CD venduto. La quantità di supporti venduti sarà rendicontata a Sugarmusic semestralmente, al netto di una riserva Resi pari al 25% che sarà liberata e rendicontata nei semestri successivi. Tutte le somme incassate da Sugarmusic verranno versate sul conto corrente del Ministero dei Beni Culturali.

Mi chiedo come mai di un CD venduto a 5 euro ne arrivano solo 2,34 alla Sugarmusic? Non sarebbe stato meglio evitare la distribuzione tramite una major come la Universal Music ed utilizzare canali alternativi che avrebbero permesso margini molto più alti?
Qui qualcuno storcerà il naso e dirà che però la Universal ha dei costi di distribuzione e così via, allora andiamo avanti, si legge:

Il Cd sarà venduto ai dettaglianti e grossisti ad un prezzo di listino di Euro 3,17 netto IVA e al netto dei costi di trasporto e logistici. I costi di stampa, distribuzione, vendita e il costo dei diritti fonomeccanici (SIAE), pari a Euro 0,83, saranno recuperati da Universal dal ricavato della vendita. Universal contribuirà con un investimento di Euro 10.000 alla realizzazione dei materiali per i punti vendita e di marketing necessari alla divulgazione del progetto. Universal inoltre ha messo a disposizione gratuitamente le proprie risorse promozionali e collabora con il marketing di Sugarmusic alla ricerca di spazi pubblicitari gratuiti e alla creazione degli spot.

Diritti Fonomeccanici (SIAE)?? Ma perchè per una iniziativa benefica esistono queste cose? Ma poi al posto di realizzare campagne marketing non era meglio fare una campagna virale su internet con l’aiuto dei buoni blogger che esistono?
Questi costi non si sarebbero potuti investire in un sistema DRM (che comunque odio) per evitare le copie pirata?

Leggo poi:

Mauro Pagani in qualità di autore della composizione musicale originale dal titolo “Domani”, unitamente alla società Macù Edizioni Musicali S.a.s, suo editore, si è altresì impegnato a devolvere tutti i proventi derivanti dallo sfruttamento economico del brano “Domani, 21-04-09” al Ministero dei Beni Culturali.  A tale scopo Mauro Pagani e il suo editore hanno chiesto a SIAE di applicare alla versione “Domani, 21-04-09”, un apposito schema di riparto, separato da quello relativo alla versione originale della composizione “Domani”.

Rinunciare del tutto alla SIAE sarebbe stato troppo? Pagani avrà anche rinunciato ai proventi per la creazione, ma quelli che gli autori prenderanno per l’esecuzione? Che fine fanno? Quelli che i produttori, detentori di diritti a vario titolo etc etc che fine fanno?

Infine:

La vendita in formato digitale verrà promossa da tutti i maggiori operatori che hanno messo a disposizione spazi di comunicazione e approfondimento. In area “mobile” tutti gli operatori e i content provider retrocederanno con rendicontazione separata l’intero incasso derivato dalla vendita del brano al netto dell’IVA e degli oneri SIAE.

Nuovamente la SIAE, anche sul digitale, Creative Commons faceva così schifo?

Vabbè, sono solo incazzato, non so nemmeno cosa ho scritto. 🙂

I NINE INCH NAILS meritano la mia presenza

I NINE INCH NAILS (NIN) il 26 Giugno 2009 saranno in Concerto in Italia, all’idroscalo di Milano.
Seguo il gruppo da molti e molti anni e il rilascio dei loro ultimi tre album sotto licenza Creative Commons mi ha portato ad amarli ancor di più, Trent Reznor secondo me ha capito tutto di quale sarà il futuro della musica, diversamente ad esempio dai Placebo e da Marilyn Manson che fanno si scaricare gratuitamente le loro canzoni, ma non permetteno ad esempio di ridistribuirle, i NIN, più o meno nello stesso periodo dei Radiohead, si sono lanciati in un progetto molto più ampio, musica libera in ottica Web 2.0.

Forse avrei preferito vederli nel NIN/JA 2009 Tour, ma i Mars Volta e i Korn non è che siano scarsi e anche loro mi piacciono tanto.

In Definitiva, chi viene?

Il racconto di un uomo morto

Elide, a mio parere e lo dico da sempre, scrive bene. In realtà disegna anche bene, ma questa è un’altra storia.
Ieri sera ha pubblicato un racconto dal titolo “Un uomo morto” che a mio avviso è piacevole da leggere.

Vi do un assaggio (il tipico incipit?):

“-Voglio morire con un libro fra le mani- è l’unico pensiero che la sua mente possa generare al momento mentre cammina per le strade grigie mentre il cielo è imbronciato e dice che ci sarà pioggia finché gli uomini non smetteranno di odiarsi e allora lui lo guarda e mentre continua a pensare che vuole morire con un libro fra le mani genera un pensiero parallelo e pensa di dire al cielo che potrà piovere per sempre, anche se qualcuno dice il contrario. Potrà piovere per sempre perché per sempre gli uomini si odieranno mentre lui starà camminando per le strade grigie e penserà di parlare al cielo imbronciato con un libro tra le mani, forse quello che stringerà ancora il giorno della sua morte.”

Passate a dargli una lettura e fatemi sapere cosa ne pensate.