L’idea di me. Uno.

Uno.

sai cosa c’è
che a volte pensi che tutto ti sia dovuto
anzi penso che tu non chiedi e non vuoi
e se vuoi condividere la tua vita con qualcun altro inevitabilmente deve dare e ricevere
l’amore e la condivisione della vita è fatta così
si tu consumi…
è che tu ti basti
a volte penso che tu non abbia bisogno di nessuno
poi altre volte penso che tu dovresti avere una persona accanto a te perenne
e alla fine il fatto è che quando c’è qualcuno tu ti chiudi a riccio e ti fai i cazzi tuoi
non vuoi non dai
e dall’altra parte ci si sente inutili
non ha senso in generale una storia

Io sento il lamento del tempo che passa.

Ogni tanto passa una frase, passa nella mia testa per giorni o settimane, a volte mesi ed anni. Parte spesso dallo stesso posto. Da anni ormai.

“Chiedo venia mi vida non senti il lamento del tempo che passa,
l’arroganza che diventa stile e ti fa sempre ridere.”

Che forse davvero dovrei chiedere venia se non scusa, forse sto passando o sono già passato e non me ne sono accorto, forse rido perchè ridere è facile.

“dopo un’attenta analisi, confronti e riflessioni ho capito che io,
no, non ho capito niente di te,
non ho capito niente di te.”

Come se ci fosse bisogno di un’attenta analisi, di confronti o riflessioni. Alcune cose si capiscono subito. alcune cose le capisco subito.

“Credendo di sapere quello che ci aspetta
(ho voglia di)
vedendo come tutto cambia un’altra volta
chiedendomi se ancora tu mi stai ascoltando
(perdermi)
allora dimmi che sei qui e non stai fuggendo.”

Ma poi in realtà la parte bella non è proprio sapere cosa c’è dopo? Non è sperare in qualcosa di migliore?
Perchè quando qualcosa cambia può cambiare anche in meglio, perchè so che tu, tu che sei li a pensare e leggere, so che almeno tu mi stai leggendo e mi stai ascoltando.

“ma quale noia mi da
farmi incantare dall’eccesso per giustificare e fingere di non vedere i miei difetti,
sai,
io drogo i sensi per assecondare istinti che mi inchiodano e mi legano qui,
sei sempre in fuga da te,
gioia cercarsi e ridere
senza vestirsi di una calma sempre più apparente,
e non mi accorgo che
io sono il mio peggior nemico
un fragile gigante per sociare i raggi del suo ardore”

Quando in fondo basterebbe soltanto essere leggero nel vestito migliore?

“Chiedo venia mi vida
non senti il lamento del tempo che passa.”

Forse la mia vita no, ma io inizio a sentirlo il tempo, inizio a sentire la schiena.
Questi capelli bianchi mi creano scompenso. Davvero lo fanno. A me che pensavo non sarebbe stata una cosa preoccupante.
Forse perchè quando meno te lo aspetti capita l’inaspettato e non sai mai come reagire?

Ho quasi trentanni, troppi capelli bianchi per quelli che mi vedevo addosso fino a qualche settimana fa, ma ho ancora mille perchè che aspettano una risposta. Come se di anni ne avessi dieci.

E ora è meglio tornare a correre, altrimenti ci prendono!

Sette cose Sette

Kaj mi ha invitato in questo meme che gira nella blogosfera “libera” americana da un paio di giorni, questa volta non me la sono sentito di rifiutare ed eccomi qui.

Premetto che avevo inizialmente pensato di scrivero sia in italiano che in inglese, ma poi ho deciso di fare sforzare Kaj a comprenderlo. Ecco le regole:

  • Segnala chi ti ha invitato al meme ed elenca queste regole sul tuo blog.
  • Condividi nel post sette fatti che riguardano te stesso, alcuni casuali, altri strani.
  • Segnala sette persone alla fine del post, indicando il loro nome e linkando il loro blog.
  • Fai sapere a loro che li hai segnalati lasciando un commento nel loro blog o su Twitter.

Ed ecco le mie sette cose:

  1. Il primo linguaggio di programmazione che ho imparato è stato il BASIC sul Commodore 64. Il primo linguaggio di programmazione ad oggetti invece è stato Visual Basic.
  2. Ho paura di dormire solo in una casa. (Poi ci dormo uguale eh :P)
  3. Ho studiato in due diverse università, mi sono iscritto tre volte però. (Due a Salerno, una a Cosenza).
  4. Il primo simil-computer che ho avuto è stato un Atari, prima di esso avevo “usato” un sistema a schede perforate.
  5. Il mio numero preferito è il 18, mi piace anche il 3, ma se devo sceglierne uno da 0 a 10 scelgo il 7.
  6. Ho avuto 11 incidenti in vita mia, in nessuno di essi ho riportato danni.
  7. La mia città preferita è Roma, ma sono innamorato di Parigi e tornerei volentieri in Messico.

Il mio invito va a loro sette:

  1. Elide/Sally/Jollyna:perchè lei c’è.
  2. U-Black: perchè lo conosco da troppo poco.
  3. Matteo Campofiorito: così almeno leggo qualcosa nel suo feed di diverso dai bookmarks. 😀
  4. matteoiu: perchè così avrà qualcosa di cui scrivere di suo nel blog. 😛
  5. Ph. Drakan: così magari lo conoscete anche voi.
  6. bard: perchè è uno che fa grandi cose ma molti non lo sanno.
  7. Notorius: dato che è il più recente amico conosciuto “a causa” del blogging.

una giornata pesante

Vi è mai capitata una giornata pesante?

Ma una di quelle veramente pesanti, una di quelle giornate in cui dovete prendere delle decisioni, una di quelle giornate in cui prendete decisioni, decisioni che non vorreste mai prendere. Eppure siete li e dovete prenderle e le prendete. Le prendete contro ogni voglia, contro ciò che volete, ma le prendete perchè è giusto che sia così.

Le prendete anche se sperate che accada tutto il contrario.

Ieri è stata una di quelle giornate. Oggi è un altro giorno.

Decisioni. Basta prenderle e rispettarle.