Libera

Buon Onomastico Don Peppe Diana

Oggi è il 19 Marzo. Festa del Papà. San Giuseppe.

Oggi, 18 anni fa, il 19 Marzo 1994, Giuseppe Diana, veniva ucciso dalla camorra.
Non voglio ricordare Don Peppe Diana, persona che purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscere, per i suoi gesti da Sacerdote, non voglio ricordarlo semplicemente perchè, come me, era uno Scout, voglio ricordarlo per il suo impegno antimafia. Perchè ogni giorno combatteva per la sua gente, per la sua terra, per ciò in cui credeva.

Don Peppe Diana (Casal di Principe, 4 luglio 1958 – Casal di Principe, 19 marzo 1994)

Voglio ricordarlo con la sua lettera più famosa.

Per amore del mio popolo non tacerò.

Siamo preoccupati

Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.

Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.

Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.
La Camorra

La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.

I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.
Precise responsabilità politiche

È oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi.

La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio.

Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.
Impegno dei cristiani

Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno.

Dio ci chiama ad essere profeti.

– Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);

– Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);

– Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);

– Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)

Coscienti che “il nostro aiuto è nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che è la fonte della nostra Speranza.
NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO

Appello

Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”

Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;

Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26).

Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”.

#occupyscampia, i Clan non possono dettare il coprifuoco!

#occupyscampia. Questo l’hashtag che sta piano piano assumendo rilevanza su internet da un paio di giorni.
Roberto Saviano dice: “Napoli comincia a Scampia“, sicuramente non sbaglia.

Scampia, quartiere periferico di Napoli che da anni è  conosciuta per fatti non proprio felici, per la criminalità dilagante, per il degrado sociale in cui si trova. 40.000 abitanti circa, più di alcuni capoluoghi di provincia, rappresentati da quelle che ormai sono riconosciute come le Vele, raccontati dallo stesso Saviano in Gomorra, letti sui giornali per i fatti di cronaca nera. Una zona dove oltre il 60% delle persone è disoccupata, che viene lasciata a se stessa, ai suoi problemi, ai suoi disagi e sopratutto viene lasciata nelle mani dei Clan della Camorra.

Accade così che le guerre tra clan prendano piede e viene imposto il coprifuoco ai cittadini da parte della camorra nei quartieri di Scampia e Melito. Addirittura si tratta di un ordine,recapitato con un porta a porta, il quale dice che le donne devono stare in casa, le uscite di giorno devono essere limitate il più possibile, mentre di notte non si deve uscire mai.  I negozi devono chiudere tra le sette e mezza e le 8. I bar entro le 22.
Per i trasgressori saranno guai, così oltre 200.000 abitanti del circondario si trovano a vivere segregati in casa dai primi giorni del 2012, i giorni successivi alla mattanza di inizio anno.

A tutto ciò c’è chi però non ci sta e vuole rispondere, con coraggio, per riprendersi la propria terra. Una di queste persone è Pina Picierno, giovane parlamentare campana del PD, che lancia su twitter l’hashtag #occupyscampia, similmente a quello che fu l’#occupywallstreet, con l’intento di  Occupare Scampia, con la volontà di riprendersi i propri spazi, con la speranza che a Napoli i cittadini siano liberi di tornare per strada, vivendo il proprio territorio, che non è della camorra, ma di ogni libero cittadino.

Pietro Orsatti ha ben pensato di creare una specie di manifesto, dove segnala tra l’altro la presenza tra i cittadini, Venerdì, di Giulio Cavalli, attore che da due anni vive sotto scorta, per dare sostegno e leggere alcuni testi.

Per le per adesioni segui ##occupyscampia su twitter e scrivi a occupyscampia@gmail.com.

#occupyscampia è una chiamata a raccolta per ogni abitante della zona di Scampia, Melito, Secondigliano, ma è anche una chiamata per ogni cittadino della città di Napoli, e soprattutto è una un richiamo per ogni cittadino italiano, per chiunque crede nella legalità e per ogni uomo libero.