Lucia Javorcekova, ha letteralmente fatto impazzire gli utenti italiani dei social network, in particolare di Facebook, dopo aver raccolto la provocazione degli hastag #escileminne ed #escile, mettendo in risalto alcune cose degli utenti italiani di Facebook, ma soprattutto dimostrando che l’ignoranza nei social network regna sovrana.
Per chi non la conoscesse Lucia Javorcekova è una venticinquenne modella di nudo e lingerie slovacca, di Bratislava, misure da pinup, un bel 91-61-89 montate su una donna di 1.72 metri per 52 kg, che da 7 anni lavora in questo campo. Qui arriva il vero problema, 7 anni in cui la cara Lucia Javorcekova, a volte con lo pseudonimo di Luciana, ha pubblicato più e più volte foto delle sue minne, lo ha fatto praticamente in tutti i modi possibili ed immaginabili, addirittura ha fatto di più, pubblicando anche le altre parti intime del suo corpo. In questi 7 anni la cara modella è rimasta sconosciuta ai più in Italia (me compreso), fin quando qualcuno su FB l’ha scoperta pubblicando la sua pagina e sulla stessa onda di quanto capitato nel mese di Luglio con Emily Ratajkowski l’ha invitata a mostrare il proprio seno con l’hashtag #escileminne #escile e #mozzarellona.
Lucia Javorcekova è stata al gioco, rispondendo ai fan, usando gli hastag proposti (addirittura sbagliando fidandosi troppo e pubblicando #segare tra gli altri) ed infine pubblicando nei commenti le foto delle sue tette, fino ad essere bloccata da Facebook.
Intanto l’ondata di successo per Lucia Javorcekova è stata impressionante, praticamente in un giorno la sua Pagina Fan su Facebook ha ottenuto 125.000 Mi Piace, producendo un risultato inaspettato per chiunque, e facendo diventare così virale il nome della modella ormai divenuta famosa almeno tra gli utenti italiani.
Crescita dei Mi Piace sulla Pagina Fan di Lucia Javorcekova
Tutto ciò mi ha fatto riflettere su diverse cose, tra cui il fatto del perchè se esistono decine e decine di sue foto nuda su internet le persone continuano ad usare Facebook per richiederle? E’ una questione goliardica? E’ il potere delle minne in generale? O è quell’ignoranza che ormai dilaga sui social network ed in particolar modo su Facebook dove le persone ripubblicano status e link senza verificarne le fonti, senza effettuare una ricerca per notare che tutto ciò che vogliono è a portata di mano e che possono trovare anche di più di ciò che lo strato più alto della rete mostra.
Insomma ditemi la verità, è ignoranza pura in tutti sensi possibili vero?
Questo blog è ancora vivo, lo ho decretato qualche giorno fa in un post, ed ecco il primo passo per andare avanti. Il mio blog secondario, quello serio, in cui scrivevo soprattutto contenuti di SEO, corrispondente al vecchio indirizzo www.giuseppeguerrasio.it, è stato importato in questo blog, ed è stato impostato il redirect dal suddetto defunto blog verso questo blog.
il vecchio www.giuseppeguerrasio.it
Il tutto non è stato solo fatto in ottica SEO, nonostante quanto io tenga alla Search Engine Optimization, probabilmente avrei preferito tenere staccate le cose, Giuseppe Guerrasio si presentava come un sito ordinato e curato, The Brain Machine si presenta come un sito caotico, ma proprio nell’idea di diminuire questo caos e quindi non avere troppe cose cui far fronte e disperdere le energie inutilmente ecco qua la soluzione.
Intanto attendo ancora consigli su un bel template WordPress da utilizzare in questo sito, prima o poi arriverà qualche buon consiglio spero, intanto vado avanti.
Ho parlato già due volte di Quag, la prima volta quando presentai il nuovo social search engine, la seconda volta quando furono introdotte le prime novità e le API per sviluppatori, parlando in entrambi i casi in modo postivo di un progetto che mi ha colpito positivamente sin dall’inizio. Oggi ancora una volta voglio scrivere di Quag, e come suol dirsi non c’è due senza tre, perchè nuovamente Quag introduce delle novità nella propria piattaforma e nuovamente lo fa nel migliore dei modi.
E’ qualche giorno fa l’annuncio di nuove features del progetto che ormai sta diventando una realtà nel panorama delle startup italiane, diamo un’occhiata insieme a quelle che sono le più importanti nuove caratteristiche di Quag.
Quag – Logo
Quel che io preferisco dell’ultimo aggiornamento è una di quelle cose che non si vede, il miglioramento dello SBIG, l’algoritmo nativo, nonchè cuore di Quag. E stata aumentata l’efficacia e migliorata la capacità di mettere in relazione gli utenti che condividono gli stessi interessi, non solo, come già prima, verranno messi in relazione i termini uguali, ma ci sarà anche associazione di concetti diversi ma correlati, così la ricerca del termine “lavoro” metterà in relazione le persone che la ricercano anche con gli utenti che cercano “diritto del lavoro”.
La nuova veste grafica minimale mi piace anche tanto, è leggera ed essenziale, ma nonostante ciò contiene ancora, e meglio di prima, le informazioni necessarie all’utilizzo del sito.
Tendenza contraria invece per ciò che riguarda i contenuti e non la struttura, adesso sono finalmente disponibili funzionalità che permettono di esaltare i contenuti multimediali, potendo così creare domande più efficaci e coinvolgenti, arricchendolo di contenuto diverso dal semplice testo.
Queste sono solo alcune delle novità introdotte in Quag, quelle che io preferisco, ma non sono da dimenticare le altre, come ad esempio l’add-on aggiornato che ora funziona oltre che su Google anche su Amazon, iStella e Bing., o la pubblicazione immediata delle domande, senza la necessità di effettuare prima delle ricerche, o ancora i nuovi commenti, migliorati e che permettono ora diverse repliche.
Ancora una volta sembra che Quag stia percorrendo la strada nel modo giusto, io ancora una volta vi dico di provarlo, non ve ne pentirete.
Qualche mese fa vi ho parlato di Quag, cercando di presentarvi l’idea in maniera non banale, perchè fin da subito ho pensato che il progetto banale non fosse e che meritava di essere provato ed analizzato. Oggi a 3 mesi dal lancio Quag è cresciuto, piano piano sta diventando un prodotto maturo, ed ha aggiunto diverse interessanti caratteristiche.
Sicuramente la novità più interessante è la possibilità di creare delle domande saltando il passaggio della ricerca, in pratica è ora possibile creare una Quag dichiarando direttamente gli interessi, tra l’altro non si parla più di singolo interesse ma di interessi multipli, funzionalità che crea così di fatto le MultiQuag. In questo modo l’Interest Graph SBIG permette di avere una definizione ancora più dettagliata degli interessi e al contempo fornisce l’opportunità di massimizzare l’audience con cui interagire e collaborare in maniera costruttiva, aumentando così l’interazione tra i Quaggers.
Altra novità in arrivo importante è la certificazione interna degli esperti, persone che tramite la loro interazione dimostrano il loro valore su un dato argomento e che raggiungono così lo status di eccellenza su un argomento, conquistando reputazione e contribuendo con la loro esperienza a soddisfare le richieste altrui.
Ultime arrivate, presentate in un Hangout a cui ho partecipato anche io, sono le Quag API, interfacce che permettono ai programmatori di interagire con Quag interfacciandosi alla piattaforma sociale ed ottenendo così un valore aggiunto per le proprie applicazioni, i propri programmi, i propri siti web. Tra le opportunità offerta dalle API di Quag vi è ad esempio la possibilità di avere le informazioni di un utente, le domande da lui proposte, il numero di utenti che hanno attenzione verso un interesse, e naturalmente le Quag (i thread) collegati ad un interesse.
Infine, molto importante da dire, con il lancio delle API di Quag è stato presentato anche il bando di concorso “Quag API – Summer Call“, occasione per mettersi alla prova nello sviluppo di una applicazione e contemporaneamente ottenere un compenso per il proprio tempo impiegato di 1.500 euro (su un montepremi totale di euro 9.000), oltre ad avere visibilità sul sito di Quag.
Poco altro da aggiungere se non che le opportunità sono tante sia per gli utenti finali che per i developer, tutto quello che resta da fare e provare e mettersi alla prova.
Gmail è oggi il servizio di posta più utilizzato sul web, nel corso degli anni ha lentamente superato avversari affermati come Microsoft Hotmail (oggi ormai Microsoft Outlook) e Yahoo! Mail, ma sicuramente tutto ciò non è stato facile e solo grazie alla sua continua evoluzione l’intento è riuscito.
Dal lancio di Gmail sono passati 9 anni, era infatti l’1 Aprile 2004 quando veniva lanciata la versione beta ad invito, e già il primo traguardo era arrivato, era la prima webmail con client AJAX built-in, anche se probabilmente la cosa più sconvolgente, che cambiò le regole del gioco, fu la disponibilità di 1GB di spazio per le proprie email, almeno 20 volte più grandi di quelle che erano allora le quote per le singole caselle email.
E già al primo compleanno, nel 2005, Gmail fece parlare maggiormente di se, con la decisione di aumentare lo spazio a 2GB. Nel 2006 l’ennesima rivoluzione, entra la Chat in Gmail, non so voi, ma a me ha cambiato tanto il modo di lavorare, e poco dopo il lancio di Google Calendar apre la strada a tante nuove cose.
Il cammino di Gmail procede alla grande e il 2007 è un altro grande anno, l’apertura al pubblico senza più invito e la disponibilità di accedere via IMAP in maniera gratuita segnano ancora una volta una novità ed un vantaggio rispetto ai competitor.
Anche il 2008 è un anno di annunci e successi, su tutti possiamo ricordarne due, la prima applicazione Gmail per Android e la video chat one-to-one, la possibilità così di videochattare con i propri contatti.
Il 2009 si apre con il grande annuncio della possibilità di usare Gmail offline, e dopo pochi mesi arriva invece la decisione di uscire dalla versione beta, quella che ormai era una abitudine a cui nessuno faceva più caso, un’etichetta più che altro, viene tolta e così finalmente dopo 4 anni il team di Google ritiene il suo prodotto stabile.
Con la sola notizia della Priority Inbox, cioè la possibilità di ordinare le email per importanza e non più solo per data, il 2010 si configura come l’anno con meno novità. Un nuovo look, più morbido e gradevole, con molte più possibilità di personalizzazione ed il rilascio dell’app per iOS segnano invece il 2011.
Infine il 2012, un anno di grosse ed importanti novità. Il primo grande annuncio è che lo spazio disponibile è ora diventato di 10GB, altra cifra mostruosa, che alla fine dell’anno sarà integrato in quello che è Google Drive. Il secondo è quello che dopo il lancio di Google+ arriva l’integrazione tra il social network di Google ed il suo servizio email, così è possibile grazie a Google Hangouts realizzare video chat fino a diesci persone.
Siamo così al 2013, da qualche giorno Google ha presentato la nuova esperienza di scrittura di email, in stile simile ai messaggi di chat, e Gmail festeggia i 9 anni, arriva così l’infografica di Google, che potete vedere sotto, per ricordare questi anni e tutta l’evoluzione del miglior servizio di webmail mai realizzato.
Quag NON è un motore di ricerca. Questa è la premessa essenziale da capire se volete continuare a leggere questo post.
Prima di vedere cosa è Quag, cosa già ampiamente spiegata bene da Geekissimo, e anche raccontata dettagliatamente da IBTimes, tra gli altri, sono convinto davvero che bisogna capire cosa non sia Quag.
Quag – Logo
Non un nuovo Motore di Ricerca
Quag non è l’alternativa italiana a Google, nè tanto meno a Bing, anzi si può dire che con essi collabori, infatti all’interno di Quag sono presenti i due motori di ricerca, e probabilmente ci sono margini per aggiungerne altri all’interno, e funzionano esattamente come se si fosse sul motore di ricerca, producendo gli stessi risultati (naturalmente personalizzazioni a parte). Quindi fin qua la cosa mi sembra chiara, come già detto, Quag non è un motore di ricerca, ma al suo interno si possono effettuare ricerche. Quag è Query.
Non un sito Q&A, nè un Social Network
Quag non è nemmeno Quora o Yahoo! Answers, non è un sito dove arrivi, fai domande fine a se stesse e ottieni risposte in un range limitato di tempo, piuttosto è uno strumento che cerca di dare risposte che possono crescere con il tempo, capaci di generare vere e proprie discussioni costruttive, il tutto con una grossa aggiunta, correlando persone che effettuano ricerche simili e quindi con interessi simili e domande/risposte correlate agli argomenti in maniera partecipativa.
Come fa a fare tutto ciò? Diciamo in un modo simile all’Open Graph di Facebook, ma ci tengo a precisarlo, Quag non è Facebook, non ha la pretesa di essere un social network. Per fare ciò viene utilizzato SBIG, acronimo di Search Based Interest Graph, un algoritmo creato dal team di Quag che non fa altro che creare automaticamente un grafo ed estenderlo giorno dopo giorno, ricerca dopo ricerca.
Sulla base quindi di parole chiave Quag mette in relazione tra loro le persone. Quag è Tag.
Conoscenza e Condivisione
Quindi a conti fatti Quag = Query + Tag, e a me qui viene una domanda spontanea, se le query come ricerche erano il web 1.0 e i tag erano una delle componenti essenziali del web 2.0, abbiamo che 1.0 + 2.0= 3.0? Immagino già le reazioni dei puristi, ma ve lo dico, non sono serio, non sono io a decidere cosa è il web 3.0, anzi già c’è chi lo ha deciso, quello che voglio dire invece è che molto probabilmente Quag potrebbe essere un nuovo modo di realizzare ricerche in internet, con la possibilità di avere contributi importanti dagli utenti e arricchire le proprie conoscenze tramite la condivisione.
Innovazione Italia
Prima di concludere vorrei dire tre cose, innanzitutto che Quag non si contrappone ad istella, in quanto quest’ultimo è un vero e proprio motore di ricerca, che si focalizza sul web italiano e che ha come idea di base l’arricchimento culturale grazie ai contributi degli utenti, ma resta sempre un motore di ricerca ed anzi proprio in quanto tale nulla vieta che un domani lo stesso istella non sia tra i motori di ricerca utilizzabili in Quag.
La seconda cosa che deve essere ben chiara è che Quag non è figlio di Volunia, nonostante l’AD della nuova società sia sempre Mariano Pireddu, il progetto fa capo ad una nuova startup, che ha progettato tutto da zero, con un team di sviluppatori guidati da Luca Giorcelli, uno che non scrive codice ma che sa sicuramente progettare e pianificare bene, e per quanto riguarda l’Amministratore Delegato, non so voi, ma a me ha dato l’impressione di uno che in Italia vuole investire e vuole farlo bene.
Un Social Search Engine
Infine la terza cosa, quella che mi preme di più, se proprio volete dare una definizione di cosa sia questo nuovo prodotto, allora dite che Quag è un Social Search Engine, ma prima di etichettarlo come un fallimento, prima di giudicarlo, prima di spalare, attività che è più facile dell’impastare cemento, provatelo, cercate di farlo crescere e vediamo insieme con una base dati consistente se può essere un cambio positivo per tutti, forse non lo sarà, ma io ci credo, per il resto se proprio non riuscite, andate a fare i piccoli boy scout altrove, io condivido le mie conoscenze e chiedo di averne di nuove, e da oggi lo faccio su Quag e spero che cercheremo insieme.
E’ da qualche giorno passato l’1 Aprile, giorno per eccellenza degli scherzi, del cosiddetto Pesce d’Aprile, e naturalmente in molti si sono sbizzarriti ad inventare le cose più assurde. Il problema sorge quando un blog (The Apple Lounge) decide di inventare l’acquisizione di Starbucks da parte di Apple e diversi siti, alcuni anche tra importanti quotidiani italiani, riprendono la notizia senza verificare le fonti e le informazioni a disposizione.
Joomla è uno dei CMS più utilizzati al mondo, con oltre un milione e mezzo di installazioni nel solo anno 2011 ed una diffusione che copra quasi il 10% dei siti di tutto il mondo.
Questi sono solo alcuni dei numeri che accompagnano Joomla, oltre a più di 340 libri scritti sul popolare Content Management System Open Source, innumerevoli forum che trattano l’argomenti ed eventi organizzati su tutto il pianeta.
Joomlashine ha raccolto queste ed altre informazioni producendo una infografica molto dettagliata.
Ancora deve essere disponibile al grande pubblico e già è al suo primo flop. Arriva così Volunia, nuovo motore di ricerca italiano realizzato da un team guidato da Massimo Marchiori, divenuto noto per aver ispirato dell’algoritmo su cui si basò la prima versione di Google.
Che Massimo Marchiori non sia l’ultimo arrivato in fatto di search e di motori di ricerca nessuno lo mette in dubbio, ma tra l’essere un esperto, un genio anche se vogliamo dirla così, e realizzare un prodotto di un certo livello la strada è tanta. Creare qualcosa che funzioni davvero, che possa arrivare al grande pubblico e che sia innovativa non è facile, ma sicuramente i passaggi da seguire sono ben delineati.
La pessima presentazione di Volunia
Iniziamo dalla presentazione di Volunia, che ha visto in prima linea Massimo Marchiori a far conoscere il suo prodotto a tutti. E’ stato a dir poco uno scempio, anzi già le premesse non erano delle migliori. Il team di Volunia si preparava a presentare alla stampa il lancio mondiale di un prodotto che dalle premesse, o almeno da quanto promettevano, avrebbe portato con se non poche innovazioni. Ma si sono preparati all’ora sbagliata, se vuoi fare la presentazione di un qualcosa che ha la pretesa di ottenere un riscontro nel resto del mondo (e diciamolo chiaro che il resto del mondo nove volte su dieci corrisponde agli USA) non puoi farla alle 12.00 ora italiana. Non puoi pretendere di essere visto alle 06.00 del mattino a Washington, New York e Boston, specie il giorno dopo del Super Bowl XLVII, naturalmente non puoi sperare che a Chicago alle 05.00 o ancora peggio a Los Angeles alle 04.00 pensino a te.
Inoltre nel sito ufficiale, nella home page, del live streaming nemmeno l’ombra. Bisognerà fare riferimento al sito dell’Università di Padova.
Soprassediamo alla questione orario e passiamo a quella lingua, pensateci bene, come si può fare un lancio mondiale nella sola lingua italiana? Allora diciamoci la verità, visto l’orario e data la lingua la presentazione era solo per l’Italia? Magari avranno anche ragione le malelingue che pensano che sia un progetto supportato dall’Università di Padova utile solo a fare giri politici e mangia mangia di soldi per un pò di tempo? C’è da dire una cosa, almeno, differentemente da tanti altri progetti italiani, questo sembra pronto a vedere la luce, non è stata prodotta solo carta, ma di ciò ne parleremo più avanti.
Home Page di Volunia
Tornando alla presentazione e alla sua pessima preparazione, è da notare l’inizio in pessimo stile, schermo bianco e proiettore non funzionante, come se non ci si trovasse in una Università dove il tema trattato fosse informatica, bensì in un fruttivendolo, fino ad arrivare alla ricerca della presentazione nella penna USB di Massimo Marchiori. Da twitter inizano ad uscire le prime lamentale e l’epic fail viene già annunciato.
Aggiungeteci alla fine le riprese fatte alla meno peggio e la pessima qualità audio ed il tutto è servito come peggio si può.
Volunia è Facebook (con Farmville) unito al passato?
Guardando la presentazione la prima cosa che salta all’occhio è quel fantomatico colore blu, che anche se non identico la prima cosa che fa tornare alla mente è Facebook, quasi a dire che al giorno d’oggi sia il social network di Mark Zuckemberg il punto di riferimento. Guardando meglio il sito si notano icone e notifiche in pieno stile FB, arrivano così anche i primi commenti del tipo “un motore di ricerca con Farmville“, in effetti il progetto si svela subito per quello che è, non un motore di ricerca vecchio stile, ma una esperienza sociale. Tra Media, Persone, Account e Messaggi, con la bubble di notifica identica a quella del più diffuso social network al mondo, sembra proprio di muoversi in una vecchia versione di Facebook.
Però un’altra cosa mi viene in mente, guardando il logo, la disposizione delle varie componenti nelle pagine ed il forte desiderio di voler proporre qualcosa, mi torna il brivido dei vecchi motori di ricerca, di quelli che furono Il Trovatore, Arianna e Godado. In quel periodo in cui mentre Google iniziava ad affermarsi per la sua semplicità e per i suoi risultati performanti e precisi, altri cercavano di proporsi con interfacce piene di roba inutile e cercando di proporre decine e decine di futilità, oltre naturalmente ai risultati quasi pessimi.
Non parliamo delle Mappe Visuali, in pratica una Sitemap riportata in stile Farmville, inutile e dispersiva.
Sinceramente io fin qui l’innovazione non l’ho vista, continuo comunque a seguire la presentazione.
Volunia ha studiato da Google+ e Google Plus Search Your World?
Una cosa viene subito messo in chiaro, Volunia non sfida Google, anzi prende tutt’altra direzione. L’anticipazione di un motore basato sulla semantica, il presentimento di un PageRank migliorato, e altre cose del genere, si sono rivelate tutte sbagliate, infatti la vera natura di Volunia è quella di essere un Motore di Ricerca Social.
Allora mi viene subito in mente Google Search Plus Your World, il progetto di Google, nato dopo la creazione di Google+, che ha come intento quello di portare nei risultati di ricerca non solo contenuti ma anche persone e relazioni. In effetti tra la declamata barra, che va in direzione opposta alle scelte di Google, riempita da avatar degli utenti, chat, messaggi, notifiche e pulsanti di varia natura, e i risultati di ricerca con la possibilità di interagire con gli utenti, come ad esempio con la chat (mentre in Google+ è possibile avviare i gli Hangout o Video Ritrovi), sembra proprio di avere a che fare con l’ultimo ritrovato di Big G.
Se ci aspettavamo l’innovazione, ancora non è arrivata.
Volunia prende roba anche da So.cl?
Proprio in merito all’interazione con gli altri utenti sui risultati di ricerca mi torna in mente la mia analisi su So.cl, prodotto di Microsfot realizzato nei Fuse Labs, di cui già qualche settimana fa mi chiedevo se fosse la copia di Google+, Facebook e Twitter.
Il punto in cui Volunia si avvicina tantissimo a So.cl è la possibilità di condividere i risultati e di discuterne con gli utenti. Anche la forzatura grafica delle barre non ricorda altro che il social network di Microsoft.
Ancora una volta vedo copia e non innovazione.
2 Milioni di euro per realizzare Volunia?
Sembra che Volunia sia costato 2.000.000 di euro, cioè due milioni di euro per realizzare qualcosa di già visto. Costa così tanto la parola innovazione, mentre la realizzazione della vera innovazione non ha prezzo, ne tempi, ne realtà.
Io mi chiedo come siano stati spesi questi soldi, dato che fino ad ora il marketing è stato pessimo, i costi di ricerca universitari non dovrebbero essere altissimi, i programmatori ormai costano quanto gli operai, la realizzazione di un cloud on demand con soluzioni tipo gli Amazon Web Services è alla portata di tutti. Qualcuno sa dirmi dove sono andati a finire questi soldi?
Volunia tra la privacy e la delusione nei Risultati di Ricerca
Un problema che si sono già posti molti è quello di come gestirà la privacy Volunia, ma secondo me è alquanto secondario il discorso, basta vedere tutte le cose copiate in giro e soprattutto basta pensare che uno usa Volunia da utente registrato dando il proprio consenso a tutti i paletti posti dal motore di ricerca.
Per ultimo ho lasciato come argomento quello relativo ai risultati nelle ricerche, sto provando grazie a Napolux da qualche minuto Volunia, mi limiterò per il momento a dire poche cose, rimandandovi fra qualche giorno ad una mia analisi più professionale. In ogni caso Luca Conti ha fatto degli esperimenti che confermano quanto sospettavo e quanto a prima vista ho notato. Volunia delude notevolmente nei risultati di ricerca, non si hanno i risultati aspettati, non si hanno risultati ottimali.
Alla conclusione di tutto ciò che penso è che sicuramente Volunia può crescere, ma per adesso ha imboccato tutte le possibili strade sbagliate. Vedremo cosa ne uscirà quando sarà aperto al pubblico.
Se volete un invito lasciatemi l’email nel commento.
UPDATE 08/02/2012: La procedura utilizzata per gli inviti sembra al momento non funzionare, per cui portate pazienza e appena ripristinata tornerò ad invitarvi.
“Banzai Media, la divisione media e advertising del Gruppo Banzai, ha acquistato la quota di maggioranza della società Giornalettismo srl, società che edita il sito di news Giornalettismo, sito rivelazione fra i siti di informazione di nuova generazione.“
Così i proprietari di Liquida e Il Post diventano anche i proprietari di Giornalettismo, uno dei siti di News 2.0 più noti in ambito Web italiano. Al di la della monetizzazione pubblicitaria e dei numeri in se (2,5 milioni di visite al mese) sicuramente questa acquisizione potrà dare ancora maggiore energia ad un gruppo che piano piano si sta consolidando nel panorama internet italiano e spinge sempre di più a diventare leader incontrastato.