Dopo la storia di Tremonti, Casini e Puttane, dopo il fatto che il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha cantato, il sito del Governo, o meglio della Presidenza del Consiglio dei Ministri spara un altro comunicato stampa assurdo:
“In merito a quanto riportano erroneamente alcune agenzie di stampa, il Presidente Silvio Berlusconi si è ben guardato dall’esprimere un pronostico sullo scudetto al Milan anche per evidenti ragioni scaramantiche.”
Lo screenshot del comunicato stampa relativo a Silvio Berlusconi ed al Milan
Tra una cosa e l’altra, in questi giorni con Luca Grandicelli abbiamo messo su un plugin per WordPress che inserisce i pulsanti Mi Piace ed Invia nei post.
Il plugin si chiama AJ WP Facebook Like and Send e lo trovate anche nei repository ufficiali di WordPress.
Sono graditi commenti, suggerimenti e tutto ciò che vogliate dire in merito!
Il primo quadrimestre del 2011 ha segnato secondo molti l’ascesa di Bing nel mercato dei motori di ricerca, tesi rafforzata dall’ultimo comunicato stampa di comScore secondo il quale, dalle analisi poi lette in giro, il motore di ricerca di Microsoft avrebbe superato il 30% di market share negli USA, ma è davvero così.
Market Share dei Motori di Ricerca negli USA a Marzo 2011
Bing, Yahoo!, Google, le percentuali.
Se è vero che i dati non mentono, è anche vero che la loro analisi non è sicuramente facile e di immediata lettura. Il 29,6% di fetta del mercato conquistata da Bing deriva in parte (13,9%) dall’utilizzo diretto del motore di ricerca e dai vari siti Microsoft, in parte (15,7%) dall’utilizzo del motore nelle ricerche sui siti di Yahoo!, dato che l’azienda di Sunnyvale ha un accordo con quella di Redmond per la fornitura dei servizi di ricerca, totalizzando la suddetta cifra.
I numeri reali del market share
A conti fatti, nel solo mercato degli Stati Uniti d’America, Google ricopre ancora il 65,7% delle ricerche effettuate dagli utenti, dominando ancora incontrastata il mercato. Così i detrattori iniziano a parlare della crescità di Bing, sulla carta lo 0,3%, non male come valore in un mese, se non fosse che anche la concorrente di Mountain View è cresciuta esattamente della stessa percentuale, infine il colpo più duro arriva dalla perdita di utenti di Yahoo!, lo 0,4%.
Bing è in calo!
Ma allora, a conti fatti, Bing di Microsft non è in crescita, anzi tra Febbraio 2011 e Marzo dello stesso anno ha perso lo 0,1%. Tutt’altra via quindi da quella tanto proclamata in questi giorni e che ha spinto molti SEO a guardare verso Bing anche in previsione e con la paura dell’arrivo di Google Panda.
I dati di Bing sono falsi?
La risposta a tale domanda naturalmente è no, ad aver creato tale confusione è stata un’altra press release, quella di Experian Hitwise, che riporta in crescita le ricerche realizzate su Bing e Yahoo! ed in diminuzione quelle fatte su Google.
I dati del market share dei motori di ricerca di Marzo 2011 secondo Hitwise
Dato che trova riscontro anche nella ricerca sulle Total Core Search di comScore. Infatti in entrambi Bing (o meglio le ricerche “powered by Bing”) superano il 30% ed anche il 31%, mentre Google supera di poco il 64%.
Market Share Total Core Search dei motori di ricerca a Marzo 2011
Il concetto chiave sta nel come tali dati vengono fuori, innanzitutto la base di analisi di Hitwise è molto più limitata in rapporto a quella di comScore. Inoltre l’analisi effettuata include le ricerche nei siti partner (anche FaceBook per Bing?), le ricerche di tipo incrociato sui canali (le cross-channel search) e le ricerche contestuali, ma escludono le ricerche sulle mappe, sulle directory locali e sui video user-generated.
In fin dei conti Google vince ancora.
Sui numeri reali, non sui campioni, il risultato è quindi quello che dice che Google continua a dominare nel settore di riferimento, considerando poi l’alta integrazione che sta proponendo, tra Google News, Google Maps, Google Local, Google Profiles, e via dicendo, non si può dire diversamente. Bing ha ancora molta strada da fare, escludendo il parere sui risultati di ricerca, in puri termini numerici deve ancora lavorare molto per guadagnare davvero terreno.
In futuro sempre più Bing vs Google
Inutile dirlo, la lotta tra i due grandi colossi dell’informatica e del web si accentuerà ancora di più in futuro, internet è sempre un terreno fertile e nessuno dei due vuole lasciare parte del proprio orto, anzi seminano sempre di più per ottenere frutti migliori e più grandi. Presto da un lato avremo Bing che s avvantaggerà degli accordi con FaceBook, Yahoo! e Nokia, con la paura che possa essere lasciata per strada dai partner sempre più alla ricerca di conquista sociale, dall’altro Google che tende anch’essa ad entrare nel mondo dei social network con Google +1 e Google Buzz.
Quale sarà il risultato? Una risposta ovvia e certa non esiste, il mio consiglio è stare ad osservare tutti per essere sempre pronti.
Avete necessità ma anche no di un nuovo conto corrente? Volete cambiare banca e non sapete quale scegliere? Non avete un motivo per avere un conto online ma lo state cercando?
Webank potrebbe essere la risposta per diversi buoni motivi, scopriteli on me!
I due principali motivi sono prettamente tecnologici, il primo motivo che potrebbe convincervi a scegliere Webank è il fatto che la banca regalerà a chiunque apra un nuovo conto un Apple Ipad2, l'oggetto delle meraviglie desiderato da tutti in questo periodo. In particolare di modello di iPad 2 che la banca regalerà sarà quello con 16GB di memoria ed il WiFi.
Il secondo motivo è legato al fatto che Webank regalerà un buono da 120 euro da spendere nel negozio online di Mediaworld.
Ma i vantaggi non finiscono qui, il conto Webank è tra i conti correnti online con migliore rendimento, esente da canone e senza alcuna spesa di gestione, con le tre linee vincolate ( a 3, 6 o 12 mesi) si può avere un rendimento fino al 3% sulla liquidità, inoltre anche carta di credito e bancomat saranno gratuiti.
Da notare una cosa, che se avete già un conto corrente e volete trasferirlo su Webank, la stessa banca si prenderà cura di tutte le operazioni di trasferimento in maniere gratuita.
Se avete bisogno di maggiori informazioni potrete utilizzare sia la pagina Facebook (http://www.facebook.com/#!/WebankOnlineDal1999) che la pagina Twitter (www.twitter.com/webank) di Webank.
Per ottenere questi vantaggi dovrete affrettarvi, la promozione sarà valida solo nei giorni 27 e 28 Aprile 2011! Cosa aspettate?
65 Morti Accertati. 4000 Morti Presunti. 60.000 Morti stimate.
La verità non la sapremo mai. Ciò che però sappiamo è che non vogliamo più che accadano eventi simile. Nè a Chernobyl, nè in Giappone, nè in alcun altro luogo.
Perdo cinque minuti al volo per dirvi che questo blog non è morto, ne è diventato un sito di spam o di articoli sponsorizzati, piuttosto rimane come sempre la spazzatura dei miei pensieri e dei miei progetti, con qualcosa di serio in mezzo.
Sto lavorando però al blog/sito che fa riferimento al mio nome nella vita reale, Giuseppe Guerrasio, cercando di tracciare li sopra una strada più professionale.
Quindi non temete, ci vediamo di la, ma anche di qua!
Per Black Hat SEO si intendono tutte le tecniche illecite, cioè che non seguono norme e linee guida indicate dai motori di ricerca ed inoltre cercano di trarre vantaggio dai limiti dell’HTML e del Web in se, utilizzate in ambito SEO per ottenere dei posizionamenti più alti nella SERP.
In questo articolo elenco 5 cose da non fare in quanto ritenute tecniche di Black Hat SEO dai più importanti motori di ricerca (Google, Bing, Yahoo).
Black Hat SEO - il male del SEM
Link Nascosti o Testo Nascosto
Era una delle tecniche più usate in passato, ormai fortunatamente quasi in disuso. Per realizzarla si applica al colore lo stesso testo dello sfondo in modo così che nel contenuto della pagina il testo o il link non siano visibili.
Una tecnica alternativa utilizzata spesso è quella di inserire i link nascosti tramite JavaScript in modo che non siano riconosciuti come collegamenti esterni bensì come parte del testo.
Doorway Page o Pagine Gateway
Questo punto è fortemente correlato allo Spamdexing, in pratica viene creato appositamente un insieme di pagine web, di scarsa qualità in termini di contenuti, ottimizzate per essere indicizzate su una determinata parola chiave o frase. Normalmente le pagine doorway fanno da gateway verso altre pagine sia in maniera manuale (con dei link) sia in maniera automatica (redirect tramite JavaScript).
Cloacking
Tecnica simile alla precedente, in quanto anche essa fa uso di reindirizzamento, consiste in questa caso però nel visualizzare agli utenti del sito una versione della pagina desiderata diversa da quella presentata ai motore di ricerca. Cloacking sono da esempio le pagine realizzate ad esempio in flash ma che al crawler vengono poi visualizzate come HTML.
Keyword Stuffing
La tecnica in oggetto cerca di aumentare la Keyword Density mediante l’alta ripetizione delle parole chiave con cui si vuole fare indicizzare il contenuto. Per realizzare ciò esistono diversi metodi, anche se non sempre tutti indicano allo stesso modo la Keyword Stuffing, uno può essere quello di scrivere più e più volte la keyword nel testo, un’altra può essere quello di realizzare una pagina contenente in pratica solo la parola chiave e fare il redirect una volta arrivati alla pagina, un’altro ancora può essere quello di avere le keyword ripetute nascoste tramite css, infine un’ultimo metodo può essere quello di riportarli nei metatag anche quando i reali contenuti non sono quelli relativi alle keyword.
Desert Scraping
Tra le più sconosciute, il Desert Scraping consiste nel ricercare, di solito tramite l’Internet Archive o motori di ricerca diversi da quello in cui ci si vuole posizionare, dei testi non più indicizzati o rimossi dall’indice del search engine desiderato. Una volta trovati i contenuti e verificato che non siano presenti si riportano in una nuova pagina, ottenendo così un aumento delle proprie risorse da far indicizzare al motore di ricerca.
Etico è meglio
Naturalmente tutte queste tecniche come già detto sono considerate illegali dalla maggior parte dei motori di ricerca e sono quindi da evitare assolutamente.
Personalmente anni fa in alcuni progetti ho anche sfruttato queste tecniche, alcune delle quali se ben fatte tutt’ora funzionano regolarmente e permettono di ottenere dei vantaggi, ma ne sconsiglio in ogni caso l’uso poichè Google, come Bing, ogni giorno tendono a migliorare i propri algoritmi per offrire i migliori contenuti possibili ai propri utenti.
Alla fine quindi conviene lavorare eticamente e nel modo corretto fin da subito per avere dei buoni risultati ed un buon posizionamento sui motori di ricerca.
L’argomento di ieri e oggi sembra essere il fatto che Apple tracci gli utenti violandone la privacy nei dispositivi dotati di iOs (leggasi iPad e iPhone).
Con Pino Bruno e Francesco Bramato ci siamo documentati meglio e abbiamo scritto insieme l’articolo “Apple privacy e tracking. It’s the same old story” cercando di fare un pò di chiarezza su quanto portato alla luce negli ultimi giorni da ricercatori ed esperti.
Sempre più delicato il tema privacy, quando la vita diventa poi smartphone-centrica si rischia il collasso. Così si scopre che Apple memorizza in un file su iPhone e iPad che tiene traccia di tutti gli spostamenti dei fortunati possessori di tali gadget.
In merito al SEO, la SERP è un argomento da non sottovalutare, si sa, però spesso viene analizzata solo da alcuni punti di vista. Parliamo ora di una novità di Google Video e della SERP di Google Search partendo da lontano.
Un poco di storia di Google Video e YouTube.
E’ di qualche giorno fa la notizia che Google chiuderà il suo servizio di condivisione di video. Google Video, questo è il nome del servizio di Big G nato nel 2005 e che per un periodo fu concorrente di YouTube, almeno fin quando la stessa azienda di Mountain View nel 2006 comprò la società avversaria continuando a mantenerla in vita. Dopo un breve periodo di vita parallela e quasi in concorrenza, nel 2009 Google decise di non permettere più l’upload di filmati su Google Video, mantenendo comunque attiva la possibilità di riprodurli. Possibilità che alla fine di questo mese cesserà di esistere.
Google Video diventa un motore di ricerca dei filmati.
Nel frattempo Google Video si è lentamente trasformato nel motore di ricerca dei video di Google, nel cui database di crawling sono stati piano piano inseritealtre fonti video sia di partner che di concorrenti. Inoltre grazie all’integrazione che Google sta realizzando tra i vari servizi (Google Search, Google Immagini, Google Blog Search, Google News, e così via) per avere una SERP unica, anche Google Video è entrato di diritto nei servizi maggiormente utilizzati dagli utenti.
YouTube va verso la Web TV, ma Google Video Cambia la SERP.
L’attenzione di utenti ed esperti la scorsa settimana si era focalizzata in direzione di Youtube, a seguito dell’investimento di 100 milioni di dollari fatto da Google Inc. ha fatto affinché il suo servizio di condivisione di video possa essere in competizione con le TV classiche ed essere la realtà domani delle Web TV. Proprio per questo motivo la chiusura, almeno per ciò che riguarda la visualizzazione dei video, di Google Video, è stata recepita come la voglia di Google di dare spazio solo a YouTube, ma a conti fatti se oggi guardiamo la SERP di Google Search (o Google Motore di Ricerca se preferite), non sembra proprio essere così.
La SERP di Google sulla ricerca di un gruppo musicale (Bullet For My Valentine)
La nuova SERP di Google Video, cosa cambia?
La SERP di Google Video come potete vedere nell’immagine precedente ha qualcosa di nuovo, se cercate un gruppo musicale (al momento solo per ciò che riguarda la musica ho riscontrato tale cosa, mentre ciò non accade per i trailer dei film ad esempio) ad esempio come ho fatto io i Bullet For My Valentine, ma va bene qualsiasi altro, potrete vedere nei risultati dei video in evidenza quelli provenienti da youtube.com e poi una sezione sotto il video Guarda anche su:, seguita da una serie di servizi concorrenti a YouTube che contengono anche lo stesso video, come DailyMotion, Yahoo Video, Vimeo, LastFM e tanti altri.
Tutto ciò potrebbe far pensare a diverse cose, in primis che Google voglia ancora migliorarsi anche se ciò significhi dare maggiore spazio alla concorrenza. In secondo luogo ciò che però risalta è che il primo risultato è sempre quello di YouTube, così come l’immagine associata è quella relativa al video hostato da Big G, e si sa che in genere i primi risultati o quelli affiancati da immagini sono i più cliccati.
Tra l’idea di voler alzare la competizione e quella di voler favorire se stessa, Google per ora ci lascia il dubbio, sicuro è che chi si appoggia su più fronti al momento avrà più possibilità di comparire nella SERP di Google, ma d’altrocanto, varrà la pena utilizzare le proprie risorse SEO in qualcosa diverso da Google e YouTube?