Ieri sera ho guardato un pò Matrix, la puntata sul caso Ruby, tra le urla di Vittorio Sgarbi, l’eleganza di Piero Sansonetti, la fermezza di Paola Concia e le false realtà di Osvaldo Napoli, Daniela Santanchè mi ha insegnato diverse cose.
E’ ormai vero che l‘Italia è vista da fuori come un paese omofobo, in quanto così ci presenta il Primo Ministro Silvio Berlusconi.
E’ certo che per parlare ad una tribuna politica bisogna urlare ed essere volgari come Sgarbi, che se avesse cultura come dicono avrebbe anche un minimo di educazione.
E’ chiaro che Piero Sansonetti fa un giornalismo diverso e per questo non è apprezzato.
E’ impensabile che Osvaldo Napoli si dichiari profondamente cattolico quando deve attaccare i gay ma non si ricordi di esserlo quando il Premier è accusato di avere rapporti extraconiugali o con minorenni.
E’ ovvio che Paola Concia è veramente avanti e sulla strada della vera libertà.
Ma il vero senso alla trasmissione lo dà Daniela Garnero, meglio nota come Daniela Santanchè, quella imprenditrice e politica che pur dichiarandosi femminista mantiene poi comodamente il cognome del marito, quella che il voltafaccia lo ha non per le cure estetiche del suo ex marito, ma per gi spostamenti politici in base al proprio tornaconto.
E se è vero come diceva James Russell Lowell che “solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione“, è anche vero che dopo aver detto che il Cavaliere non rispetta le donne e che le vede solo orizzontali, magari prima di difenderlo per determinati motivi dovrebbe riflettere. Dovrebbe farlo prima di dire e ribadire che tutti preferiremmo un figlio eterosessuale piuttosto che omosessuale. Sicuramente dovrebbe farlo quando offende altre religioni ed altre culture dicendo che “Maometto aveva nove mogli, l’ultima era una bambina di nove anni. Maometto era un poligamo e un pedofilo!“, specie nel caso in cui il rappresentante del suo gruppo politico viene coinvolto in scandali di rapporti extraconiugali e/o con minorenni.
Così da un pò fino a ieri sera, nel corso di una trasmissione in cui si giocava a spararle grosse, da Daniela Santanchè ho imparato che:
- se il male lo fai tu va bene, se lo fanno gli altri no;
- fondamentalmente tutti sono omofobi;
- il femminismo è un movimento plasmabile ad hoc;
- dato che un politico ruba devono allora rubare tutti;
- nessuno è senza peccato, quindi dovremmo stare zitti e avere peccatori al governo;
- anche all’estero i capi di governo hanno macchie e colpe a sfondo sessuale;
- i giornali sono tutti di sinistra ed attaccano il premier Silvio Berlusconi senza fare giornalismo.
Ma soprattutto ho appreso che l’Italia è un povero paese ed è governato da persone pessime.