Il Sito di Nicola Paone è online

Nicola, oltre che essere un caro amico ed ottimo collega, è un buon System Administrator. Lo stimo tanto sia come ragazzo sia dal punto di vista professionale. Notevole conoscitore del mondo Open Source e bravissimo sistemista Linux, ha deciso ora di presentarsi anche sul Web, date un’occhiata al suo sito!

P.S.  e magari presto si convincerà a mettere su un blog.

Formati digitali, colleghi, libertà

Invio via email un file ad un collega, siccome conteneva oltre che semplice testo anche immagini, tabelle ed altro decido di mandargli un file realizzato con OpenOffice.org Writer 3.0, estensione .odt. Naturalmente il mio collega, che per semplicità chiameremo J, proviene dal mondo proprietario.
Ci tengo a precisare che J è comunque un buon collega, un ottimo tecnico, uno che ha voglia di apprendere, nonostante non sia più giovanissimo :P, uno che non si fa problemi se arriva n giorno e trova sistemi *Nix, se non sa usarli si impegna per apprenderli. Inoltre è uno che ascolta e accetta i consigli, così come spesso sa dispensarne.

Detto ciò, alla ricezione del suddetto file, J mi chiede “che file è .odt?”, io, nel mio voler morire, spiego che è l’estensione di OpenOffice.org, ma che per cortesia gli avrei mandato il file in formato .doc. Allora J risponde “Si, grazie, mandamelo in formato standard”. Naturalmente mi incazzo. Spiego la solita storia di cosa sia uno standard, ricevo la solita risposta sullo “standard de facto”.  Mi incazzo ancor di più.

Mando il file in PDF, che per quanto non possa piacermi, qualcosa e anche più di standard lo ha. Nell’email scrivo quanto segue:

“Scusami, per me uno standard è una cosa approvata dall’ISO, che permette
senza l’acquisto di software proprietario di usufruirne, che mi permette
di poterlo modificare ed estenderlo ma senza cercare di limitare la
libertà altrui che mi permette di dare a tutti la possibilità di trarne
beneficio. Che mi permette di essere libero di scegliere.
Scusami eh, ma io scelgo di essere libero.”

Sono sicuro che tra qualche mese J apprezzerà ed amerà OpenOffice.org. Non è uno stupido.

Già fa caldo e succedono tante cose

Siamo ancora a fine Marzo, ma oggi fa caldo, sono in canotta in ufficio cercando di non svenire.

In Italia succede che Berlusconi si fa un partito che vuole il consenso del popolo, si lotta sul testamento biologico, si riaccende il dibattito sul nucleare.
In ufficio succede che continua a fare caldo, manca il mio fido collega, devo fare mille cose.
Nel mio cuore succede che da un pò sono innamorato, accade anche a me.

Intanto Aprile sta arrivando, l’Oroscopotato mi dice di non avere fretta:

La vostra vita sembra assumere nuove pieghe, su traiettorie del tutto inaspettate.
Ma non gioite troppo in fretta.

Il consiglio di Potato:
non sarebbe bello riprendere Berlino?
La canzone di Potato a sorpresa.

Vedremo come andrà il tutto.

FaceBook farà morire il Web 2.0?

Da un pò di tempo sto usando nuovamente, assiduamente e con un certo criterio Facebook, dopo un paio di mesi oggi stavo facendo qualche riflessione, ad un certo punto mi sono posto la domanda “FaceBook farà morire il Web 2.0?”.

In effetti FaceBook è un Social Network (ma c’è chi lo definisce Social Utility) di per se abbastanza scarno, nella sua versione base permette di caricare un profilo, le foto, agigornare lo stato, scrivere nella bacheca. Esso però si espande in maniera esponenziale grazie alle varie applicazioni, che sono sia gioia ma anche dolori dello stesso Social Network.

Tornando alla mia domanda, il perchè me la sono posta è semplice:

  • Facebook è microblogging: permette di aggiornare il proprio stato e di scrivere poche righe al volo su ciò che si sta facendo. Questo rende inutili sistemi come Twitter, Identi.ca, Jaiku, Pownce e BeeMood.
  • FaceBook è blogging:permette di scrivere sulla propria bacheca delle note, ma anche dei testi lunghi, inserire link scrivere articoli. Ciò elimina la necessità di un proprio blog rendendo inutili strumenti come WordPress, Blogger e TypePad.
  • FaceBook è un contenitore di foto: si possono caricare le proprie foto, geolocalizzarle, taggare persone ed eventi, con le apposite applicazioni permette anche di votare le stesse foto. Quindi strumenti quali Flickr e Picasa non sono più necessari, allo stesso tempo non hanno più senso di esistere reti sociali come Badoo.
  • FaceBook è un gestore di eventi: si possono organizzare meeting, concerti ed altre tipologie di eventi, segnalare la propria partecipazione o meno ad un determinato evento. Strumenti come Meetup non sono quindi più necessari.
  • FaceBook ha i gruppi: qui le persone con interessi simili possono ritrovarsi, condivedere le proprie passioni, discutere, decidere di organizzare un evento, condividere foto e video. L’esistenza di Forum in giro per il web (e ancora una volta di strumenti come MeetUp) diventa pertanto inutile.
  • FaceBook ha le pagine: qui gli artisti, le persone famose, gli sviluppatori, le aziende, ma anche gli uomini comuni, possono creare una propria pagina in cui presentarsi, pubblicizzarsi e aggiornare le persone. Non è più necessario avere un proprio sito web o un proprio blog, la presenza on line si può gestire da qui.

Ma FaceBook non è solo questo, queste sono solo alcune delle applicazioni predefinite, esiste un Mercatino in cui si può offrire o cercare qualcosa, esiste una chat in cui chiaccherare con gli amici, esiste un potentissimo strumento di ricerca degli amici “dimenticati”, poi le varie appliazioni che permettono di confrontarsi con gli altri, di scambiare video, musica, addirittura film, oppure quelle che permettono di gestire un calendario di appuntamenti o le offerte di lavoro.

Insomma in FaceBook c’è tutto, proprio questo inglobare tutto potrebbe fare si che sempre più gente lo usi come strumento unico, ma ciò potrebbe portare al perdere lentamente il resto del Web 2.0, che è si il contenuto prodotto dagli utenti, ma spesso è stato l’innovazione e la relizzazione di una nuova idea a farlo crescere.

Quindi ora lo chiedo a voi, FaceBook farà morire il Web 2.0?

Voi cosa ne pensate?

I 400 più ricchi degli USA secondo Forbes

Forbes ha pubblicato, come ogni anno, la classifica The Forbes 400, in cui sono elencati i ricconi d’america con i propri patrimoni.

Al primo posto resta incontrastato Bill Gates, mentre al terzo si colloca Larry Ellison altro noto nome nel campo della tecnologia (è il numero uno di Oracle Corporation), mentre Sergey Brin e Larry Page sono rispettivamente in tredicesima e quattordicesima posizione.
Da notare, anche se non hanno niente a che fare con la tecnologia, che ben 4 tra le prime 10 posizioni sono occupati da componenti della famiglia Walton di Wal-Mart.

Questa la classifica dei primi 10:

  1. William Gates III
  2. Warren Buffett
  3. Lawrence Ellison
  4. Jim Walton
  5. S Robson Walton
  6. Alice Walton
  7. Christy Walton & Family
  8. Michael Bloomberg
  9. Charles Koch
  10. David Koch
  11. Michael Dell
  12. Paul Allen
  13. Sergey Brin
  14. Larry Page
  15. Sheldon Adelson
  16. Steven Ballmer
  17. Abigail Johnson
  18. Jack Taylor & Family
  19. Anne Cox Chambers
  20. Donald Bren

NotchUp: pagati per un colloquio

Ieri sono stato invitato da Elena al servizio NotchUp, che in pratica dovrebbe fare il lavoro di “tramite” tra azienda e lavoratore.

NotchUp si occupa di effettuare un’intervista (meglio noto come colloquio :P) e a pagarvi per il tempo speso, il prezzo lo scegliete voi.

Beh non so se in Italia avrà successo,  intanto mi sono iscritto e vedremo cosa succederà.

Se volete provarlo chiedetemi pure un invito!