Con 1 Euro

Con 1 Euro, ecco cosa fare!

un uomo  partendo per un viaggio chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno; a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì.“, il resto della storia sapete come è andata. Ma se oggi invece dei talenti tutti avessero delle possibilità diverse cosa accadrebbe? Ad esempio, con 1 Euro, una cifra alla portata di tutti, voi cosa fareste?

La risposta per chi oggi ha mentalità imprenditoriale è semplice, ci faccio una Società Semplificate a Responsabilità Limitata, la ormai nota S.S.R.L. (o S.R.L.S.), le nuove società di capitali che grazie al Decreto Ministeriale numero 138 del 23 giugno 2012 (Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività), sono costituibili con uno statuto standard a partire dal 29 agosto 2012.

Tra le caratteristiche delle nuove SSRL vi sono l’abbattimento dei costi notarili, ma non la completa eliminazione, per la costituzione, la  contabilità semplificata rispetto a quella delle SRL tradizionali, ma soprattutto la possibilità di costituire la società con un capitale minimo davvero irrisorio, cioè di 1 euro. Per fare ciò il capitale massimo non deve superare i 10.000 euro e i soci devono essere persone fisiche minori di 35 anni.

Con 1 Euro

E allora, tornando alla domanda iniziale, cosa si può fare con un euro? Ve lo dice la “Con1Euro”, la prima campagna di comunicazione online realizzata dal Governo Italiano, il cui scopo è proprio quello di fare conoscere a tutti questa nuova opportunità, e per farlo si è appoggiato a dei Testimonial d’eccezione, 4 tra i più seguiti YouTuber del momento: Vadrum, Cicciasan, Canesecco, Daniele doesn’t matter.
Gli Youtubers hanno ideato interamente le scene, coordinati dagli art director Omar Rashid e Rawad Saghir e con la supervisione dell’agenzia ShowReeel, mentra la distribuzione in rete è stata affidata a Viralbeat.

Sul concept “Cosa puoi fare con un euro?” sono stati così realizzati 4 mini spot della durata di 30 secondi ciascuno, promossi per la prima volta e in via ufficiale anche in Rete.

Ora avete ancora dubbi? Dovreste avere le idee abbastanza chiare, ma per farvi chiarire ancora meglio le idee vi lascio il video “11 modi assurdi per usare 1 Euro“, buona visione e buon utilizzo del vostro euro!

BassBoomz: lo speaker portatile bluetooth

Qualità, portabilità, estetica, queste le tre parole che identificano BassBoomz, il nuovo speaker bluetooth realizzato da BassBuds.

BassBoomz è un altoparlante blueetooth che già nell’aspetto fa presagire ad un buon prodotto, disponibile in otto colori (rosa, rosso, verde, oro, nero blu, viola e argento) è molto curato ed ha una forma alquanto particolare, oltre alla caratteristica rara di poter ridurre le proprie dimensioni quando non è utilizzato.

BassBoomz

Lo speaker BassBoomz pesa 260 grammi, non sicuramente pochissimo, anzi pesa più di un cellulare medio, ma è anche vero che non dovrete tenerlo in mano per molto tempo, l’ideale sarà portarlo in giro nella propria borsa, anche perchè non occupa tantissimo spazio. Il diametro del prodotto è di 5,1 centimetri circa, la sua altezza è di circa 6,8 cm quando è aperto e di circa 5,2 cm quando è chiuso, mentre le dimensioni dello speaker interno sono di 4,44×2,54 cm, capirete bene come l’obiettivo portabilità sia stato ben raggiunto.

Bass Boomz Blue

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, BassBoomz è ideale per essere utilizzato con qualsiasi tipologia di dispositivo, che sia un computer, un notebook, uno smartphone, un netbook o un tablet, infatti esso viene fornito con un cavetto USB, utilizzato per la procedura di ricarica della batteria al litio, e con un cavetto audio da 3,5mm utilizzabile tramite l’ingresso Line-In in Modalità Aux), oltre naturalmente alla già citata possibilità di essere collegato in modalità Wireless via Bluetooth.

La suddetta batteria richiede un tempo di ricarica di circa un’ora e mezza, il processo di ricarica è indicato da un led di colore rosso che si spegnerà e diventerà di colore verde a ricarica completata, dopo di che sarà possibile utilizzare lo speaker per 5 o 6 ore circa utilizzando con il volume al 70% delle sue possibilità.

Alla prova pratica il BassBoomz risponde benissimo, si connette in un attimo tramite il Bluetooth ed è subito pronto per l’utilizzo. Il suono riprodotto, grazie ai suoi 3W di potenza, si presenta limpido, cristallino, ma al contempo potente e profondo. I bassi hanno un notevole effetto e sono corposi al punto giusto e nonostante ciò i restanti suoni non perdono le loro caratteristiche essenziali. Qualche leggera distorsione si nota raramente, quando il volume è al 100%, ma è veramente un caso e non una cosa ripetitiva. In confronto ad altri altoparlanti di dimensioni simili BassBoomz vince a mani basse, inoltre la caratteristica di poterne collegare più di uno contemporaneamente ne espande e raddoppia le capacità.

In fin dei conti è un prodotto che consiglio vivamente di provare e acquistare, anche se il costo di 130,00 euro non è proprio dei più economici spesso si trovano offerte interessanti, come questa settimana che è in offerta a 95 euro, intanto potete usare sul sito ufficiale il codice sconto BBZIT40379 per ottenere una riduzione del prezzo di 46 euro ed essere tra i primi ad avere tra le mani questo fantastico prodotto.

Quag: dalla SERP alle Q&A il search engine diventa social

Quando viene presentato un nuovo servizio accadono sempre due cose, la prima è che ci sono subito i denigratori pronti a parlare male del nuovo, la seconda è che la gente vuole sapere cosa il nuovo prodotto fa. Io qui mi occuperò dei secondi, ai primi ci penserò qualche altra volta.

Innovazione Tecnologica e Sociale

Quag è un nuovo servizio, di quelli che potrebbero essere utili per gli utenti. Dico questo perchè penso chiaramente che le domande poste a fondamento del progetto siano quelle giuste e hanno trovato la giusta risposta.
L’italia è uno di quei paesi noti per l’eccellenza in diversi campi, a me piace sempre ricordare la nostra cultura enogastronomica, mi piace ricordarlo per la sua praticità, per tutto quello che vi ruota intorno, perchè non è solo un piacere personale, ma è cultura e storia che si tramanda, è valutazione del proprio territorio, è incremento del turismo, è guadagno economico.

Condivisione è Comunità

Ma soprattutto quello che mi viene in mente è che quando si parla di cibo si associa automaticamente il momento conviviale, la condivisione di un piacere che permette di fare comunità, quel passaggio che permette a molti di essere sociali.
Quindi la prima domanda da porsi è perchè non fare innovazione che non sia solo tecnologica, ma anche sociale? Quag risponde alla domanda risolvendo pienamente il problema, il primo degli obiettivi è proprio quello, portare una ventata di freschezza all’aspetto sociale del web.

Gli interessi comuni, i punti di contatto

Come fare ciò? La risposta a qualcuno è arrivata abbastanza con facilità, esiste una cosa che facciamo tutti su internet, cercare. Basta allora prendere la SERP e renderla social. Ciò non significa dare agli utenti la possibilità di condividere sui social network i propri risultati, piuttosto significa interagire sui risultati e far si che un risultato di una ricerca si arricchisca grazie al contributo degli utenti.
Quag il contributo degli utenti lo richiede in termini di domande, risposte, commenti e segnalazione dell’utilità di queste tre cose. Per realizzare ciò si parte guardando la realtà da un punto di vista diverso, basta già solo pensare alle ricerche in Google, se ci si sofferma attentamente si può capire che anche le ricerche sono contenuti generati dagli utenti (user generated content) e che queste avranno dei punti di contatto tra i diversi utenti che trovano la loro collocazione nelle cronologie, così di colpo si può vedere chiaramente che le ricerche sono un processo collettivo, uno strumento silenzioso di vicinanza e prossimità sociale.

Storie, domande e risposte

Tutto ciò è solo un’altro dei pilastri di Quag, perchè la sua estensione arriva con un altro concetto, quello che la sfera dell’utile è più ampia della sfera del social. In pratica dopo che gli utenti entrano in contatto grazie a storie comuni, ed aver posto domande, dato risposte e commentato, c’è la possibilità di segnalare se una domanda o una risposta siano state utili e così Quag rende social ciò che è utile.

Il tempo è la migliore risposta

Infine l’ultimo pilastro è la componente esterna a Quag, il tempo. Il Social Search Engine cresce ed evolve nel tempo, il tutto automaticamente, e solo il tempo potrà dare la risposta se Quag sarà stato davvero un buon passo. Io credo di si, a voi ora la possibilità di rispondere e magari fatelo in una Quag.

Quag, cerchiamo insieme con il nuovo social search engine

Quag NON è un motore di ricerca. Questa è la premessa essenziale da capire se volete continuare a leggere questo post.
Prima di vedere cosa è Quag, cosa già ampiamente spiegata bene da Geekissimo, e anche raccontata dettagliatamente da IBTimes, tra gli altri, sono convinto davvero che bisogna capire cosa non sia Quag.

Quag – Logo

Non un nuovo Motore di Ricerca

Quag non è l’alternativa italiana a Google, nè tanto meno a Bing, anzi si può dire che con essi collabori, infatti all’interno di Quag sono presenti i due motori di ricerca, e probabilmente ci sono margini per aggiungerne altri all’interno, e funzionano esattamente come se si fosse sul motore di ricerca, producendo gli stessi risultati (naturalmente personalizzazioni a parte). Quindi fin qua la cosa mi sembra chiara, come già detto, Quag non è un motore di ricerca, ma al suo interno si possono effettuare ricerche. Quag è Query.

Non un sito Q&A, nè un Social Network

Quag non è nemmeno Quora  o Yahoo! Answers, non è un sito dove arrivi, fai domande fine a se stesse e ottieni risposte in un range limitato di tempo, piuttosto è uno strumento che cerca di dare risposte che possono crescere con il tempo, capaci di generare vere e proprie discussioni costruttive, il tutto con una grossa aggiunta, correlando persone che effettuano ricerche simili e quindi con interessi simili e domande/risposte correlate agli argomenti in maniera partecipativa.

Come fa a fare tutto ciò? Diciamo in un modo simile all’Open Graph di Facebook, ma ci tengo a precisarlo, Quag non è Facebook, non ha la pretesa di essere un social network. Per fare ciò viene utilizzato SBIG, acronimo di Search Based Interest Graph, un algoritmo creato dal team di Quag che non fa altro che creare automaticamente un grafo ed estenderlo giorno dopo giorno, ricerca dopo ricerca.
Sulla base quindi di parole chiave Quag mette in relazione tra loro le persone. Quag è Tag.

Conoscenza e Condivisione

Quindi a conti fatti Quag = Query + Tag, e a me qui viene una domanda spontanea, se le query come ricerche erano il web 1.0 e i tag erano una delle componenti essenziali del web 2.0, abbiamo che 1.0 + 2.0= 3.0? Immagino già le reazioni dei puristi, ma ve lo dico, non sono serio, non sono io a decidere cosa è il web 3.0, anzi già c’è chi lo ha deciso, quello che voglio dire invece è che molto probabilmente Quag potrebbe essere un nuovo modo di realizzare ricerche in internet, con la possibilità di avere contributi importanti dagli utenti e arricchire le proprie conoscenze tramite la condivisione.

Innovazione Italia

Prima di concludere vorrei dire tre cose, innanzitutto che Quag non si contrappone ad istella, in quanto quest’ultimo è un vero e proprio motore di ricerca, che si focalizza sul web italiano e che ha come idea di base l’arricchimento culturale grazie ai contributi degli utenti, ma resta sempre un motore di ricerca ed anzi proprio in quanto tale nulla vieta che un domani lo stesso istella non sia tra i motori di ricerca utilizzabili in Quag.
La seconda cosa che deve essere ben chiara è che Quag non è figlio di Volunia, nonostante l’AD della nuova società sia sempre Mariano Pireddu, il progetto fa capo ad una nuova startup, che ha progettato tutto da zero, con un team di sviluppatori guidati da Luca Giorcelli, uno che non scrive codice ma che sa sicuramente progettare e pianificare bene, e per quanto riguarda l’Amministratore Delegato, non so voi, ma a me ha dato l’impressione di uno che in Italia vuole investire e vuole farlo bene.

Un Social Search Engine

Infine la terza cosa, quella che mi preme di più, se proprio volete dare una definizione di cosa sia questo nuovo prodotto, allora dite che Quag è un Social Search Engine, ma prima di etichettarlo come un fallimento, prima di giudicarlo, prima di spalare, attività che è più facile dell’impastare cemento, provatelo, cercate di farlo crescere e vediamo insieme con una base dati consistente se può essere un cambio positivo per tutti, forse non lo sarà, ma io ci credo, per il resto se proprio non riuscite, andate a fare i piccoli boy scout altrove, io condivido le mie conoscenze e chiedo di averne di nuove, e da oggi lo faccio su Quag e spero che cercheremo insieme.

Papa Francesco. E questo è tutto. Per ora.

Nuntio vobis gaudium magnum:
Habemus Papam!
Eminentissimum ac reverendissimum dominum,
dominum Georgium Marium,
Sanctæ Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio ,
qui sibi nomen imposuit Francescum

Questo è oggi il Papa. Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio. 
Tutto il resto sono cazzate.

Papa Francesco

E’ partita da subito la caccia contro il nuovo Papa, naturalmente scavando a fondo, ma anche non troppo, e trovando qualunque cosa, piccola o grande che sia, da buttare in prima pagina.
Scopriamo così che Papa Francesco è misogino in quanto avrebbe detto che le donne sono buone solo ad affiancare un uomo, che è omofobo, in quanto avrebbe scritto che l’unione omosessuale è un attacco a Dio, sanguinario e favorevole alla dittatura militare in Argentina di Jorge Rafael Videla.

Insomma è stato eletto il diavolo!

Oppure no. Oppure ci si ferma solo ad attaccare. Si valutano le parole fuori dai contesti, si leggono le azioni dal punto di vista che più piace, si da credito alle persone che ci fanno comodo. Funziona così per tutti, per me, come per voi.

Mi meraviglio come mai ancora nessuno abbia pubblicato la notizia che nell’annuncio dato dal Cardinale Jean-Louis Pierre Tauran, quello che vi siete chiesti cosa si fosse fumato prima di dare l’annuncio è che in realtà soffre del morbo di Parkinson, abbia usanto nuovamente la forma verbale in accusativo, una di quelle notizie che “IN ITALIA NESSUNO NE PARLA!!!!!1!!!”.

Da ieri sento nominare Horacio Verbitsky, l’uomo che è divenuto più famoso nelle ultime 24 ore, dopo Bergoglio, eppure quasi nessuno ha nominato Aldo Cazzullo, eppure parlano degli stessi avvenimenti.

A parte ciò, il neo eletto può essere visto in due modi, come il capo della religione Cattolica, Papa Francesco, o come il capo dello stato Vaticano, Jorge Mario Bergoglio.

Come capo di uno stato, come se fosse un qualsiasi altro stato, ha la sua valenza politica, che lo si voglia o meno, e le sue scelte e parole influenzano gli altri stati, come per l’Italia accadeva e accade per Obama, per Fidel, per Chavez e per chiunque altro.

Come capo di una religione spero vivamente che voi persone intelligenti non abbiate mai creduto in una rivoluzione immediata e soprattutto nel matrimonio gay. Altrimenti devo dire che vi ritenete intelligenti, ma non lo siete. Quella è la strada che il diritto canonico segue da millenni, e così sarà ancora per un poco, il resto è solo speranza, tra l’altro spesso nemmeno comune ai religiosi.
E la storia collegata alla dittatura? Se anche fosse vera, beh, non vogliamo valutare il futuro di un uomo dal suo passato? Soprattutto in tal senso basterebbe ricordare San Paolo e soprattutto in questo caso San Francesco. Si può sempre cambiare, essere migliori e dare l’esempio.

Intanto a me questo Papa ieri è piaciuto, del suo passato, che ormai è andato, poco mi importa, del suo futuro, che è un pò il futuro di tutti noi, posso solo dire che spero in bene.

La volata ai playoff dei Los Angeles Lakers in una infografica

Mancano 20 gare ai Playoff NBA 2013, i Los Angeles Lakers hanno un record di 31-31, lo stesso numero di vittorie e di sconfitte, un perfetto 50%, o come indicano gli americani un .500.
Sul sito ufficiale dei LA Lakers è stata pubblicata una infografica che ben riassume quello che è stato fino ad ora nel campionato NBA 2012/2013 sia ciò che verrà per la squadra di Los Angeles.

Speriamo bene, gli Utah Jazz ed i Houston Rockets sono li ad un passo, e #GoLakers!

10 motivi per non votare il Movimento 5 Stelle e Beppe Grillo

Tra due giorni si vota per il nuovo governo ed io personalmente non so chi votare. Una cosa certa che so è che non voterò per il Movimento 5 Stelle e per il suo non-leader Beppe Grillo.

Tra una cosa e l’altra ho pensato ad almeno dieci motivi per cui non votarlo:

  1. Hanno un leader che comanda senza candidarsi. Beppe Grillo impone le cose. Decide lui le espulsioni dal movimento,
  2. Non hanno un candidato per la carica della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Se il M5S dovesse vincere le elezioni chi sarà il Premier?
  3. Diversamente da ciò che Beppe Grillo fa credere, anche il Movimento 5 Stelle riceverà dei finanziamenti. Tra l’altro con il dubbio che vadano in toto alla Casaleggio Associati.
  4. Nonostante quel che vantano prima di essere eletti, chi andrà alla Camera e al Senato avrà comunque uno stipendio da casta.
  5. Il programma del M5S è accademico, ma non è realistico e soprattutto è oscuro in molti punti.
  6. Anche se molti credono ciò Beppe Grilo non è un poveretto, ed i suoi interessi li fa. Anche se oggi fa l’ecologista, il moralista, propone l’abolizione del copyright, ha un patrimonio di milioni di euro, camminava in Ferrari, guadagna anche sfruttando il diritto d’autore.
  7. Cambiare idea è giusto, ma chi lo ricorda quando Grillo distruggeva PC nel suo spettacolo? Beh oggi che il caro Beppe parla a favore di internet e dice che le famiglie fanno la fame, dovrebbe ricordarsi anche che allora con il costo di un Computer una famiglia mangiava per un mese intero.
  8. Perchè sapere cosa c’è veramente dietro Beppe Grillo ed il Movimento 5 Stelle fa paura.
  9. Protestare nel M5S è impossibile, è impossibile farlo sul forum, sul sito, sulle varie pagine facebook. Si viene automaticamente prima insultati e poi censurati.
  10. Il Movimento 5 Stelle non è la sola alternativa. Non stiamo a sentire le storie “mandiamoli tutti a casa” o “scegliamo il male minore”. Scegliamo il meglio. Per tutti noi.

Tanti Auguri Michael Jordan. I 50 anni di His Airness

Un Campionato NCAA, Sei campionati NBA vinti, sei anelli al dito, sei volte MVP delle Finals NBA, cinque volte MVP dela stagione regolare, tre volte MVP dell’All-Star Game, una volta Migliore Difensore dell’Anno, Rookie dell’Anno, due volte Campione Olimpico.

tre volte capoclassifica nelle Palle Rubate, tre volte capoclassifica nei minuti giocati, nove volte nell’All-Defensive First Team, due Volte vincitore dello Slam Dunk Contest, undici volte selezionato nel team All-NBA, quattordici volte All-Star.

La media di 30,12 punti realizzati a partita (la più alta di sempre) , Dieci Volte Miglior Realizzatore dell’NBA. per la media, undici volte miglior realizzatore NBA per i punti totali. Maggior numero di partite con almeno 30 punti realizzati (563 per la precisione. Miglior media di punti realizzati a partita nei playoff (33.45 punti realizzati a partita).

Il Miglior Giocatore di Basket di sempre.

Diversi soprannomi, Air, His Airness, MJ.
Una carriera indimenticabile, con alcuni dei momenti da ricordare, ma non tutti sicuramente.

Come quando prendeva in giro con la finta Malik Sealy, come quando contro gli Indiana Pacers segnò per la prima volta allo scadere il canestro della vittoria, come i 61 punti contro Detroit, come quando fu battuto da Dominque Wilkins (dubbia sconfitta) alla gara delle schiacciate e come quando due anni dopo si prese la rivincita.

Come quando decise di usare le scarpe di 14 anni prima, come quando Doug Collins decise di farlo giocare playmaker e lui rispose con 15 assist di media, come uno per uno tutti quei 32.352 punti della sua carriera, come le prime sfide contro i Los Angeles Lakers di Magic Johnson.

Come quei 30 punti che realizzò la prima volta che giocò contro Kobe Bryant, come i momenti fuori dal campo (al cinema con Space Jam ad esempio), come quel San Valentino del 1990 quando giocò con la maglia numero 12 (prima ed ultima volta), come quando tirò i tiri liberi con gli occhi chiusi, come tutti gli spot realizzati (dal Gatorade Be Like Mike al She’s Gotta Have It diretto da Spike Lee, senza dimenticare la pubblicità di McDonald’s con Larry Bird).

Come i 64 punti rifilati agli Orlando Magic di Shaquille O’ Neal, come quando schiacciò in faccia a Dikembe Mutombo (all’epoca miglior stoppatore della lega), come la volta che realizzò la prima tripla doppia in un All-Star Game nella storia dell’NBA, come quando realizzò 50 punti a quasi trentanove anni, come quando torni dicendolo con tre semplici parole “I’m Back”.

Come quando battè Sir Charles Barkley e i suoi Phoenix Suns, conquitando il primo Three Peat, come quando disegnò lo schema e diede l’assist per la vittoria a Steve Kerr, come quando vinse il suo secondo Three Peat, come quando umilio Karl Malone, come quando a 40 anni segnò 40 punti.

Come quando realizzò il The Shot, come quando fece nuovamente il The Shot, come tutti i suoi canestri al buzz beater, come quando realizzò 69 punti contro i Cleveland Cavaliers, come quando camminava nell’aria.

Come quando schiacciò in testa a Patrick Ewing, come tutta quell’estate del 1992 quando ci fece sognare con il Dream Team, come quando realizzò 63 punti contro i Boston Celtics e Larry Bird disse “Penso che sia Dio travestito da Michael Jordan, come le sei triple realizzate in un tempo contro i Portland Trail Blazers di Clyde Drexler.

Come quando cambiava mano in volo andando in sottomano, realizzando il suo famoso Righty-to-Lefty Layup, come quel tiro allo scadere contro gli Utah Jazz in gara 6 delle finali NBA, come ogni momento con i Chicago Bulls e con i Washington Wizards, come ogni sua partita, come ogni attimo in campo, come ogni volta che ci ha fatto sognare.

Il suo nome è Michael Jordan, si, e a me piace ricordarlo così, fuori dal campo, nel momento in cui è stato nominato tra i più grandi giocatori di sempre, e nel momento in cui i più grandi di sempre lo hanno nominato il migliore tra loro.

Buon Compleanno a Sua Maestà L’Aria.

Diventa Media Trend Setter con TIM e Pick1

 

Nell’era dei social network le tendenze si fanno sentire come non mai, tutto è in real time, ognuno può dire la sua e la massa sposta i trend in men che non si dica. A proposito di ciò TIM, sempre attenta alle nuove tendenze tecnologiche ed ai nuovi trend, ha deciso di indagare sui movimenti sociali con strumenti sempre nuovi, da ciò nasce la partnership tra Pick1 e TIM.

Con questa mossa TIM si pone in posizione di ascolto e di confronto con il mondo social, in primis Facebook, ma anche twitter e Google+, dando voce agli utenti per sapere cosa realmente pensano del proprio marchio, ottimizzando così i prodotti ed i servizi da offrire sotto il proprio brand. La scelta di Pick1 cade proprio a pennello, proseguendo la direzione già intrapresa per conoscere la propria clientela.

Media Trend Setter

Il funzionamento di Pick1 è semplice ed usarlo è immediato, in pratica si tratta di un sondaggio, ParlaciDiTe, che può essere compilato nell’apposita pagina di Facebook, composto da poche domande a cui è possibile rispondere in pochissimo tempo, il cui scopo principale è quello di conoscere meglio come i propri clienti utilizzano i media,  da quante volte capita di postare su Facebook una canzone che si sta ascoltando a come si commenta su twitter ciò che si sta guardando in televisione. Infine chi completerà il sondaggio verrà omaggiato di una suoneria.

Sicuramente le domande saranno di spunto anche per aprire gli occhi ed essere coscienti del fatto che ormai la tecnologia è integrata e convergente: smartphone, PC, tablet, TV tendono sempre più ad unirsi, e ci si accorgerà che niente sfugge più ai social, e ognuno di noi potrà diventare un possibile Media Trend Setter.

E voi cosa aspettate a dire la vostra?

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Torna Telethon, mettici la faccia!

Sono passati ben 22 anni da quel 1990 in cui Pippo Baudo e Gianni Minà presentarono la prima edizione di Telethon, la maratona televisica (da cui appunto TELEvision maraTHON) nata con il fine di raccogliere fondi per la ricerca sulla Distrofia muscolare ed arrivata in italia grazie a Susanna Agnelli e all’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm), ed ancora una volta l'evento torna per raccogliere fondi per una giusta causa.

Naturalmente Telethon segue il passo dei tempi e anno dopo anno si rinnova, introducendo sempre piccole novità. Arriva così l'era dei social ed il coinvolgimento di tutti noi è normale, così non solo viene chiesto a ciascuno di noi donare investendo nella migliore ricerca per arrivare alla cura della distrofia muscolare e delle altre malattie genetiche, ma soprattutto ci viene chiesto di esporci in primo piano in questa raccolta fondi. Arriva così Telethoninweb e soprattutto Faccia da Telethon l'operazione lanciata da Telecom Italian Group a supporto della Ricerca Telethon, con con l'obiettivo di svelare il volto più umano della Ricerca.
Il progetto Faccia da Telethon racconta la storia di 5 ricercatori che quotidianamente lavorano cercando cure contro le malattie genetiche, e viene raccontato appunto che le donazioni raccolte da Telethon sostengono il lavoro di persone come loro ed è giusto che vediamo in faccia chi siano.
Ma a voi e a me viene chiesto di più, viene chiesto di mettere la nostra faccia per sostenere la ricerca, il tutto attraverso il Web 2.0 ed in particolare attraverso l'applicazione facebook o la sezione dedicata del sito telethoninweb: la prima piattaforma di storytelling che si pone come strumento di dialogo paritario tra ricercatori, pazienti e sostenitori.

Ma non finisce qui, perchè c'è anche un concorso: che premierà, tra tutti i sostenitori che avranno contribuito "mettendoci la faccia", un fortunato vincitore che, insieme ad un accompagnatore, potrà seguire il dietro le quinte di Telethon.

Allora cosa aspetti anche tu? Fai la tua parte, dona e mettici a faccia!

 

 

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