Ancora una volta errori umani o giornalisti vigliacchi? La storia completa potete leggerla nel post Apple che acquisisce Starbucks, abbocca anche il Sole 24 Ore.
Italia
Addio a Tonino Guerra nella Giornata Mondiale della Poesia
Oggi, oltre ad essere la Giornata della Memoria e dell’Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie, è anche la Giornata Mondiale della Poesia, un giorno che l’UNESCO vuole dedicare alla promozione del dialogo e della comprensione interculturali, della diversità linguistica e culturale, della comunicazione e della pace.
Purtroppo in questo giorno ci lascia Tonino Guerra, noto poeta romagnolo famoso tra l’altro per aver collaborato con Federico Fellini. Ma d’altronde quale miglior giorno, se non questo, per lasciarci memoria di se e dei suoi scritti?
Una sua poesia per ricordarlo e per celebrare questa giornata.
In romagnolo:
“Andè a di acsè mi bu ch’ i vaga véa,
che quèl chi à fat i à fat,
che adèss u s’èra préima se tratòur.E’ pianz e’ cór ma tótt, ènca mu mè,
avdài ch’i à lavurè dal mièri d’an
e adès i à d’andè véa a tèsta basa
dri ma la córda lònga de mazèl.“
In Italiano:
“Andate a dire ai buoi che vadano via
che il loro lavoro non ci serve più
che oggi si fa prima ad arare col trattore.
E poi commoviamoci pure a pensare
alla fatica che hanno fatto per migliaia d’anni
mentre eccoli lì che se ne vanno a testa bassa
dietro la corda lunga del macello.“
Buon Onomastico Don Peppe Diana
Oggi è il 19 Marzo. Festa del Papà. San Giuseppe.
Oggi, 18 anni fa, il 19 Marzo 1994, Giuseppe Diana, veniva ucciso dalla camorra.
Non voglio ricordare Don Peppe Diana, persona che purtroppo non ho avuto la fortuna di conoscere, per i suoi gesti da Sacerdote, non voglio ricordarlo semplicemente perchè, come me, era uno Scout, voglio ricordarlo per il suo impegno antimafia. Perchè ogni giorno combatteva per la sua gente, per la sua terra, per ciò in cui credeva.
Voglio ricordarlo con la sua lettera più famosa.
“Per amore del mio popolo non tacerò.
Siamo preoccupati
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.
Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.
Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che è la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.
La Camorra
La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.
I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.
Precise responsabilità politiche
È oramai chiaro che il disfacimento delle istituzioni civili ha consentito l’infiltrazione del potere camorristico a tutti i livelli. La Camorra riempie un vuoto di potere dello Stato che nelle amministrazioni periferiche è caratterizzato da corruzione, lungaggini e favoritismi.
La Camorra rappresenta uno Stato deviante parallelo rispetto a quello ufficiale, privo però di burocrazia e d’intermediari che sono la piaga dello Stato legale. L’inefficienza delle politiche occupazionali, della sanità, ecc; non possono che creare sfiducia negli abitanti dei nostri paesi; un preoccupato senso di rischio che si va facendo più forte ogni giorno che passa, l’inadeguata tutela dei legittimi interessi e diritti dei liberi cittadini; le carenze anche della nostra azione pastorale ci devono convincere che l’Azione di tutta la Chiesa deve farsi più tagliente e meno neutrale per permettere alle parrocchie di riscoprire quegli spazi per una “ministerialità” di liberazione, di promozione umana e di servizio.
Forse le nostre comunità avranno bisogno di nuovi modelli di comportamento: certamente di realtà, di testimonianze, di esempi, per essere credibili.
Impegno dei cristiani
Il nostro impegno profetico di denuncia non deve e non può venire meno.
Dio ci chiama ad essere profeti.
– Il Profeta fa da sentinella: vede l’ingiustizia, la denuncia e richiama il progetto originario di Dio (Ezechiele 3,16-18);
– Il Profeta ricorda il passato e se ne serve per cogliere nel presente il nuovo (Isaia 43);
– Il Profeta invita a vivere e lui stesso vive, la Solidarietà nella sofferenza (Genesi 8,18-23);
– Il Profeta indica come prioritaria la via della giustizia (Geremia 22,3 -Isaia 5)
Coscienti che “il nostro aiuto è nel nome del Signore” come credenti in Gesù Cristo il quale “al finir della notte si ritirava sul monte a pregare” riaffermiamo il valore anticipatorio della Preghiera che è la fonte della nostra Speranza.
NON UNA CONCLUSIONE: MA UN INIZIO
Appello
Le nostre “Chiese hanno, oggi, urgente bisogno di indicazioni articolate per impostare coraggiosi piani pastorali, aderenti alla nuova realtà; in particolare dovranno farsi promotrici di serie analisi sul piano culturale, politico ed economico coinvolgendo in ciò gli intellettuali finora troppo assenti da queste piaghe”
Ai preti nostri pastori e confratelli chiediamo di parlare chiaro nelle omelie ed in tutte quelle occasioni in cui si richiede una testimonianza coraggiosa;
Alla Chiesa che non rinunci al suo ruolo “profetico” affinché gli strumenti della denuncia e dell’annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili (Lam. 3,17-26).
Tra qualche anno, non vorremmo batterci il petto colpevoli e dire con Geremia “Siamo rimasti lontani dalla pace… abbiamo dimenticato il benessere… La continua esperienza del nostro incerto vagare, in alto ed in basso,… dal nostro penoso disorientamento circa quello che bisogna decidere e fare… sono come assenzio e veleno”.
“
L’autobiografia di Stefano Lorenzini ed il comitato Free Thomas Jay
Ne volete sapere di più? Leggete Thomas Jay, un falso condannato a morte, un vero libro.
Da qualche giorno parlo della storia di Stefano Lorenzini e del comitato Free Thomas Jay. Il caso di uno scrittore, di una condanna all’ergastolo e di un movimento che vuole che non venga commessa una ingiustizia, a causa di una legge vera e assurda e nota come Three Strikes Law.
Una storia misteriosa, tra verità e finzione. Una storia che è un libro, un’autobiografia da poter leggere e scaricare in anteprima sul sito Free Thomas Jay.
Prossimamente pubblicherò un post che avevo già inserito, con più informazioni e dettagli inediti sulla storia di Thomas Jay, intanto vi invito a visitare il sito ufficiale e leggere l’autobiografia di Stefano Lorenzini.
Free Thomas Jay. La storia di Stefano Lorenzini.
Se volete sapere la verità, leggete Thomas Jay, un falso condannato a morte, un vero libro.
Ieri avevo scritto un post sulla storia di Stefano Lorenzini e sul comitato Free Thomas Jay. Sulla storia di uno scrittore, di una condanna all’ergastolo e di un movimento che vuole che non venga commessa una ingiustizia.
Oggi ho deciso di oscurare momentaneamente quel post. Lo renderò nuovamente pubblico presto, ma per adesso preferisco che le cose restino così.
Intanto vi invito a guardare il video diffuso dal comitato Free Thomas Jay.
Thomas Jay, un falso condannato a morte, un vero libro.
Thomas Jay sembrava dovesse essere il prossimo nome a cui dedicare un post sociale, in questi giorni in cui sembra non mancare l’interesse per le cause sociali, così oggi, dopo aver scritto di Rossella Urru e Fabrizio Pioli, leggo per la prima volta di questo nome.
Dato che mi piace documentarmi su qualsiasi cosa inizio subito una ricerca, ma su Google ci sono pochissimi risultati, su Wikipedia non esiste traccia di Thomas Jay. Leggo la storia da quello che dovrebbe essere la pagina dedicata alla causa Free Thomas Jay, scopro che in realtà dovrebbe chiamarsi Stefano Lorenzini, un uomo con dietro una storia da film e condannato ingiustamente all’ergastolo.
Leggi tutta la storia di Thomas Jay, un falso condannato a morte, un vero libro.
TuttoRugby:l’app per i fan del 6 Nazioni
Il torneo di rugby del 6 Nazioni continua ad andare avanti e vede l'Italia impegnata in prima linea, anche se ancora purtroppo con risultati deludenti, riuscendo a fatica a dimostrare di essere ai livelli delle altre compagini. Nonostante ciò si continua a credere di poter fare bene e così la nazionale italiana continua a farci sognare.
Nonostante il continuo crescere di interesse per questo sport, il rugby è rimasto fino ad oggi un prodotto per pochi, ma nell'era di Wikipedia e dell'iPhone tutti possono saperne di più, così arriva Peroni che con la nuova applicazione chiamata tuttorugby permetterà a chiunque di saperne di più, oltre naturalmente a poter usufruire di tanti altri servizi.
La nuova app, disponibile al momento per iPhone, iPod touch ed iPad, dedicata si agi amanti del rugby ma anche a chi si avvicina lentamente a questo sport, fornisce diverse funzionalità, in primis il focus è sul torneo del 6 Nazioni, con calendari, rose, formazioni e risultati, ma non solo, un'ampia sezione dedicata alle news è ben corredata oltre che dalle notizie anche da video aggiornati quotidianamente.
La sezione Terzo Tempo contiene tutte le informazioni su come raggiungere il Peroni Village, mentre il Pub Finder aiuterà chiunque a trovare il pub più vicino che trasmette in diretta le partite del Sei Nazioni. Infine la sezione Team Face farà uscire fuori il patriottismo che è in noi, permettendoci di cololare con i coori della nostra bandiera il nostro volto.
Insomma il rugby diventa social e Peroni con TuttoRugby fa avvicinare tutti a questo sport. Provare per credere.
Parliamo tutti di Rossella Urru. Siamo tutti Rossella Urru.
E’ difficile che io dia spazio a qualcuno in questo blog per dei guest post, ma ultimamente sono venuto a conoscenza della storia di Rossella Urru. Sapendone ancora troppo poco ho deciso di dare spazio ad un post che Momi Oh ha scritto su Facebook:
“Rossella Urru ha la mia età; lei è partita tempo fa per per terre lontane per aiutare persone bisognose mentre io, sua coetanea, al massimo mi sono allontanata per una vacanza. Ora lei è stata rapita e non si sa dove sia e se sta bene, mentre io sono qui nel mio letto caldo. Nessuno parla di lei, se fossi stata io lì, nessuno starebbe parlando di me adesso, e il solo pensiero mi fa rabbrividire.
Parliamo tutti di Rossella Urru.
Siamo tutti Rossella Urru.Buonanotte.”
Volunia, flop al primo colpo. Inviti disponibili
Ancora deve essere disponibile al grande pubblico e già è al suo primo flop. Arriva così Volunia, nuovo motore di ricerca italiano realizzato da un team guidato da Massimo Marchiori, divenuto noto per aver ispirato dell’algoritmo su cui si basò la prima versione di Google.
Che Massimo Marchiori non sia l’ultimo arrivato in fatto di search e di motori di ricerca nessuno lo mette in dubbio, ma tra l’essere un esperto, un genio anche se vogliamo dirla così, e realizzare un prodotto di un certo livello la strada è tanta. Creare qualcosa che funzioni davvero, che possa arrivare al grande pubblico e che sia innovativa non è facile, ma sicuramente i passaggi da seguire sono ben delineati.
La pessima presentazione di Volunia
Iniziamo dalla presentazione di Volunia, che ha visto in prima linea Massimo Marchiori a far conoscere il suo prodotto a tutti. E’ stato a dir poco uno scempio, anzi già le premesse non erano delle migliori.
Il team di Volunia si preparava a presentare alla stampa il lancio mondiale di un prodotto che dalle premesse, o almeno da quanto promettevano, avrebbe portato con se non poche innovazioni. Ma si sono preparati all’ora sbagliata, se vuoi fare la presentazione di un qualcosa che ha la pretesa di ottenere un riscontro nel resto del mondo (e diciamolo chiaro che il resto del mondo nove volte su dieci corrisponde agli USA) non puoi farla alle 12.00 ora italiana. Non puoi pretendere di essere visto alle 06.00 del mattino a Washington, New York e Boston, specie il giorno dopo del Super Bowl XLVII, naturalmente non puoi sperare che a Chicago alle 05.00 o ancora peggio a Los Angeles alle 04.00 pensino a te.
Inoltre nel sito ufficiale, nella home page, del live streaming nemmeno l’ombra. Bisognerà fare riferimento al sito dell’Università di Padova.
Soprassediamo alla questione orario e passiamo a quella lingua, pensateci bene, come si può fare un lancio mondiale nella sola lingua italiana? Allora diciamoci la verità, visto l’orario e data la lingua la presentazione era solo per l’Italia? Magari avranno anche ragione le malelingue che pensano che sia un progetto supportato dall’Università di Padova utile solo a fare giri politici e mangia mangia di soldi per un pò di tempo? C’è da dire una cosa, almeno, differentemente da tanti altri progetti italiani, questo sembra pronto a vedere la luce, non è stata prodotta solo carta, ma di ciò ne parleremo più avanti.
Tornando alla presentazione e alla sua pessima preparazione, è da notare l’inizio in pessimo stile, schermo bianco e proiettore non funzionante, come se non ci si trovasse in una Università dove il tema trattato fosse informatica, bensì in un fruttivendolo, fino ad arrivare alla ricerca della presentazione nella penna USB di Massimo Marchiori. Da twitter inizano ad uscire le prime lamentale e l’epic fail viene già annunciato.
Aggiungeteci alla fine le riprese fatte alla meno peggio e la pessima qualità audio ed il tutto è servito come peggio si può.
Volunia è Facebook (con Farmville) unito al passato?
Guardando la presentazione la prima cosa che salta all’occhio è quel fantomatico colore blu, che anche se non identico la prima cosa che fa tornare alla mente è Facebook, quasi a dire che al giorno d’oggi sia il social network di Mark Zuckemberg il punto di riferimento. Guardando meglio il sito si notano icone e notifiche in pieno stile FB, arrivano così anche i primi commenti del tipo “un motore di ricerca con Farmville“, in effetti il progetto si svela subito per quello che è, non un motore di ricerca vecchio stile, ma una esperienza sociale. Tra Media, Persone, Account e Messaggi, con la bubble di notifica identica a quella del più diffuso social network al mondo, sembra proprio di muoversi in una vecchia versione di Facebook.
Però un’altra cosa mi viene in mente, guardando il logo, la disposizione delle varie componenti nelle pagine ed il forte desiderio di voler proporre qualcosa, mi torna il brivido dei vecchi motori di ricerca, di quelli che furono Il Trovatore, Arianna e Godado. In quel periodo in cui mentre Google iniziava ad affermarsi per la sua semplicità e per i suoi risultati performanti e precisi, altri cercavano di proporsi con interfacce piene di roba inutile e cercando di proporre decine e decine di futilità, oltre naturalmente ai risultati quasi pessimi.
Non parliamo delle Mappe Visuali, in pratica una Sitemap riportata in stile Farmville, inutile e dispersiva.
Sinceramente io fin qui l’innovazione non l’ho vista, continuo comunque a seguire la presentazione.
Volunia ha studiato da Google+ e Google Plus Search Your World?
Una cosa viene subito messo in chiaro, Volunia non sfida Google, anzi prende tutt’altra direzione. L’anticipazione di un motore basato sulla semantica, il presentimento di un PageRank migliorato, e altre cose del genere, si sono rivelate tutte sbagliate, infatti la vera natura di Volunia è quella di essere un Motore di Ricerca Social.
Allora mi viene subito in mente Google Search Plus Your World, il progetto di Google, nato dopo la creazione di Google+, che ha come intento quello di portare nei risultati di ricerca non solo contenuti ma anche persone e relazioni. In effetti tra la declamata barra, che va in direzione opposta alle scelte di Google, riempita da avatar degli utenti, chat, messaggi, notifiche e pulsanti di varia natura, e i risultati di ricerca con la possibilità di interagire con gli utenti, come ad esempio con la chat (mentre in Google+ è possibile avviare i gli Hangout o Video Ritrovi), sembra proprio di avere a che fare con l’ultimo ritrovato di Big G.
Se ci aspettavamo l’innovazione, ancora non è arrivata.
Volunia prende roba anche da So.cl?
Proprio in merito all’interazione con gli altri utenti sui risultati di ricerca mi torna in mente la mia analisi su So.cl, prodotto di Microsfot realizzato nei Fuse Labs, di cui già qualche settimana fa mi chiedevo se fosse la copia di Google+, Facebook e Twitter.
Il punto in cui Volunia si avvicina tantissimo a So.cl è la possibilità di condividere i risultati e di discuterne con gli utenti. Anche la forzatura grafica delle barre non ricorda altro che il social network di Microsoft.
Ancora una volta vedo copia e non innovazione.
2 Milioni di euro per realizzare Volunia?
Sembra che Volunia sia costato 2.000.000 di euro, cioè due milioni di euro per realizzare qualcosa di già visto. Costa così tanto la parola innovazione, mentre la realizzazione della vera innovazione non ha prezzo, ne tempi, ne realtà.
Io mi chiedo come siano stati spesi questi soldi, dato che fino ad ora il marketing è stato pessimo, i costi di ricerca universitari non dovrebbero essere altissimi, i programmatori ormai costano quanto gli operai, la realizzazione di un cloud on demand con soluzioni tipo gli Amazon Web Services è alla portata di tutti. Qualcuno sa dirmi dove sono andati a finire questi soldi?
Volunia tra la privacy e la delusione nei Risultati di Ricerca
Un problema che si sono già posti molti è quello di come gestirà la privacy Volunia, ma secondo me è alquanto secondario il discorso, basta vedere tutte le cose copiate in giro e soprattutto basta pensare che uno usa Volunia da utente registrato dando il proprio consenso a tutti i paletti posti dal motore di ricerca.
Per ultimo ho lasciato come argomento quello relativo ai risultati nelle ricerche, sto provando grazie a Napolux da qualche minuto Volunia, mi limiterò per il momento a dire poche cose, rimandandovi fra qualche giorno ad una mia analisi più professionale. In ogni caso Luca Conti ha fatto degli esperimenti che confermano quanto sospettavo e quanto a prima vista ho notato. Volunia delude notevolmente nei risultati di ricerca, non si hanno i risultati aspettati, non si hanno risultati ottimali.
Alla conclusione di tutto ciò che penso è che sicuramente Volunia può crescere, ma per adesso ha imboccato tutte le possibili strade sbagliate. Vedremo cosa ne uscirà quando sarà aperto al pubblico.
Se volete un invito lasciatemi l’email nel commento.
UPDATE 08/02/2012: La procedura utilizzata per gli inviti sembra al momento non funzionare, per cui portate pazienza e appena ripristinata tornerò ad invitarvi.
#occupyscampia, i Clan non possono dettare il coprifuoco!
#occupyscampia. Questo l’hashtag che sta piano piano assumendo rilevanza su internet da un paio di giorni.
Roberto Saviano dice: “Napoli comincia a Scampia“, sicuramente non sbaglia.
Scampia, quartiere periferico di Napoli che da anni è conosciuta per fatti non proprio felici, per la criminalità dilagante, per il degrado sociale in cui si trova. 40.000 abitanti circa, più di alcuni capoluoghi di provincia, rappresentati da quelle che ormai sono riconosciute come le Vele, raccontati dallo stesso Saviano in Gomorra, letti sui giornali per i fatti di cronaca nera. Una zona dove oltre il 60% delle persone è disoccupata, che viene lasciata a se stessa, ai suoi problemi, ai suoi disagi e sopratutto viene lasciata nelle mani dei Clan della Camorra.
Accade così che le guerre tra clan prendano piede e viene imposto il coprifuoco ai cittadini da parte della camorra nei quartieri di Scampia e Melito. Addirittura si tratta di un ordine,recapitato con un porta a porta, il quale dice che le donne devono stare in casa, le uscite di giorno devono essere limitate il più possibile, mentre di notte non si deve uscire mai. I negozi devono chiudere tra le sette e mezza e le 8. I bar entro le 22.
Per i trasgressori saranno guai, così oltre 200.000 abitanti del circondario si trovano a vivere segregati in casa dai primi giorni del 2012, i giorni successivi alla mattanza di inizio anno.
A tutto ciò c’è chi però non ci sta e vuole rispondere, con coraggio, per riprendersi la propria terra. Una di queste persone è Pina Picierno, giovane parlamentare campana del PD, che lancia su twitter l’hashtag #occupyscampia, similmente a quello che fu l’#occupywallstreet, con l’intento di Occupare Scampia, con la volontà di riprendersi i propri spazi, con la speranza che a Napoli i cittadini siano liberi di tornare per strada, vivendo il proprio territorio, che non è della camorra, ma di ogni libero cittadino.
Pietro Orsatti ha ben pensato di creare una specie di manifesto, dove segnala tra l’altro la presenza tra i cittadini, Venerdì, di Giulio Cavalli, attore che da due anni vive sotto scorta, per dare sostegno e leggere alcuni testi.
Per le per adesioni segui ##occupyscampia su twitter e scrivi a occupyscampia@gmail.com.
#occupyscampia è una chiamata a raccolta per ogni abitante della zona di Scampia, Melito, Secondigliano, ma è anche una chiamata per ogni cittadino della città di Napoli, e soprattutto è una un richiamo per ogni cittadino italiano, per chiunque crede nella legalità e per ogni uomo libero.