Il Festival dell’Intelligenza Collettiva al CNA Next

Nell’era di internet, dei social network e dei social media si parla sempre più spesso di Innovazione, ma spesso vedo la gente guardarsi attorno spaesata quando si usa questo termine. Cosa sarà mai l’innovazione?
Personalmente quando devo rispondere ad una domanda del genere dico che l’Innovazione è il Motore del Mondo, la linfa vitale affinchè la crescita non si fermi, il motivo di scambio dell’intelligenza collettiva. Giusto? Sbagliato? Sinceramente non lo so, è solo un mio pensiero.

In aiuto però questa settimana arriva un evento, il Festival dell’Intelligenza Collettiva, che si svolgerà al Teatro Palladium di Roma il 26 e 27 Ottobre 2012 all’interno del CNA NeXT.
Facciamo un rapido passo indietro, il CNA NeXT è un contenitore di iniziative de-istituzionali del CNA Giovani Imprenditori, una serie di occasioni dove sarà possibile raccontare storie, accogliere nuove idee e diffondere le proprie passioni, un luogo dove incubare uovi progetti, elaborarli e vederli crescere.

All’interno del CNA NeXT, il cui programma è veramente vasto, si svolgerà appunto il Festival dell’Intelligenza Collettiva, un evento la cui keyword principale sarà Motori, che siano quelli di ricerca, di conoscenza, di innovazione, di cultura o di sviluppo. Nel corso del quale sarà possibile parlare di societing, di sinergie, di nuovi modi di fare impresa, di tendenze economiche e di futuro, il tutto sotto il filo conduttore del motto dell’evento nelle parole di Paul Valéry: il futuro non è più quello di una volta.

Guidati dalla direzione scientifica di Alex Giordano, interverranno molti esperti del settore, in particolare Adam Ardvisson, da molti riconosciuto come massimo esperto mondiale di P2P Economia ed Open Innovation, Derrick De Kerckhove, esperto teorico della comunicazione in merito a Media, Internet e intelligenza, Salvatore Iaconesi, diventato famoso per la sua performance di “artigianato biologico estremo” nell’appelo digitale alla cura open source ad un tumore.

Inoltre tra gli ospiti ci saranno anche due nomi che non passano certo inosservati: Bruce Sterling, l’autore fantascientifico che vede il futuro, e Ted Polhemus, il famoso sociologo delle identità fashion
Prenderanno parte all’evento anche il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Francesco Profumo ed il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera.

Infine non mancheranno le partecipazioni artistiche e sportive, interverrà anche l’attore Luca Argentero insieme ad altri numerosi personaggi del mondo dello spettacolo che racconteranno delle storie di giovani imprenditori sceneggiate dalla Scuola Holden di Alessandro Baricco.  Ci sarà poi spazio per il premio Oscar Nicola Piovani che incontrerà il l’allenatore dell’integrità calcistica, Zdenek Zeman in un dibattito dal contenuto inusuale: “L’etica della moltitudine: dalla squadra all’orchestra”.

Partecipare è gratuito e per chi può esserci sarà un evento da non perdere, iscrivetevi subito. Ci vediamo la!

 

 

Volunia, flop al primo colpo. Inviti disponibili

Ancora deve essere disponibile al grande pubblico e già è al suo primo flop. Arriva così Volunia, nuovo motore di ricerca italiano realizzato da un team guidato da Massimo Marchiori, divenuto noto per aver ispirato dell’algoritmo su cui si basò la prima versione di Google.

Che Massimo Marchiori non sia l’ultimo arrivato in fatto di search e di motori di ricerca nessuno lo mette in dubbio, ma tra l’essere un esperto, un genio anche se vogliamo dirla così, e realizzare un prodotto di un certo livello la strada è tanta. Creare qualcosa che funzioni davvero, che possa arrivare al grande pubblico e che sia innovativa non è facile, ma sicuramente i passaggi da seguire sono ben delineati.

La pessima presentazione di Volunia

Iniziamo dalla presentazione di Volunia, che ha visto in prima linea Massimo Marchiori a far conoscere il suo prodotto a tutti. E’ stato a dir poco uno scempio,  anzi già le premesse non erano delle migliori.
Il team di Volunia si preparava a presentare alla stampa il lancio mondiale di un prodotto che dalle premesse, o almeno da quanto promettevano, avrebbe portato con se non poche innovazioniMa si sono preparati all’ora sbagliata, se vuoi fare la presentazione di un qualcosa che ha la pretesa di ottenere un riscontro nel resto del mondo (e diciamolo chiaro che il resto del mondo nove volte su dieci corrisponde agli USA) non puoi farla alle 12.00 ora italiana. Non puoi pretendere di essere visto alle 06.00 del mattino a Washington, New York e Boston, specie il giorno dopo del Super Bowl XLVII, naturalmente non puoi sperare che a Chicago alle 05.00 o ancora peggio a Los Angeles alle 04.00 pensino a te.
Inoltre nel sito ufficiale, nella home page, del live streaming nemmeno l’ombra. Bisognerà fare riferimento al sito dell’Università di Padova.

Soprassediamo alla questione orario e passiamo a quella lingua, pensateci bene, come si può fare un lancio mondiale nella sola lingua italiana? Allora diciamoci la verità, visto l’orario e data la lingua la presentazione era solo per l’Italia? Magari avranno anche ragione le malelingue che pensano che sia un progetto supportato dall’Università di Padova utile solo a fare giri politici e mangia mangia di soldi per un pò di tempo? C’è da dire una cosa, almeno, differentemente da tanti altri progetti italiani, questo sembra pronto a vedere la luce, non è stata prodotta solo carta, ma di ciò ne parleremo più avanti.

Home Page di Volunia

Tornando alla presentazione e alla sua pessima preparazione, è da notare l’inizio in pessimo stile, schermo bianco e proiettore non funzionante, come se non ci si trovasse in una Università dove il tema trattato fosse informatica, bensì in un fruttivendolo, fino ad arrivare alla ricerca della presentazione nella penna USB di Massimo Marchiori. Da twitter inizano ad uscire le prime lamentale e l’epic fail viene già annunciato.
Aggiungeteci alla fine le riprese fatte alla meno peggio e la pessima qualità audio ed il tutto è servito come peggio si può.

Volunia è Facebook (con Farmville) unito al passato?

Guardando la presentazione la prima cosa che salta all’occhio è quel fantomatico colore blu, che anche se non identico la prima cosa che fa tornare alla mente è Facebook, quasi a dire che al giorno d’oggi sia il social network di Mark Zuckemberg il punto di riferimento. Guardando meglio il sito si notano icone e notifiche in pieno stile FB, arrivano così anche i primi commenti del tipo “un motore di ricerca con Farmville“, in effetti il progetto si svela subito per quello che è, non un motore di ricerca vecchio stile, ma una esperienza sociale. Tra MediaPersoneAccount e Messaggi, con la bubble di notifica identica a quella del più diffuso social network al mondo, sembra proprio di muoversi in una vecchia versione di Facebook.

Però un’altra cosa mi viene in mente, guardando il logo, la disposizione delle varie componenti nelle pagine ed il forte desiderio di voler proporre qualcosa, mi torna il brivido dei vecchi motori di ricerca, di quelli che furono Il TrovatoreArianna e Godado. In quel periodo in cui mentre Google iniziava ad affermarsi per la sua semplicità e per i suoi risultati performanti e precisi, altri cercavano di proporsi con interfacce piene di roba inutile e cercando di proporre decine e decine di futilità, oltre naturalmente ai risultati quasi pessimi.

Non parliamo delle Mappe Visuali, in pratica una Sitemap riportata in stile Farmville, inutile e dispersiva.

Sinceramente io fin qui l’innovazione non l’ho vista, continuo comunque a seguire la presentazione.

Volunia ha studiato da Google+ e Google Plus Search Your World?

Una cosa viene subito messo in chiaro, Volunia non sfida Google, anzi prende tutt’altra direzione. L’anticipazione di un motore basato sulla semantica, il presentimento di un PageRank migliorato, e altre cose del genere, si sono rivelate tutte sbagliate, infatti la vera natura di Volunia è quella di essere un Motore di Ricerca Social.

Allora mi viene subito in mente Google Search Plus Your World, il progetto di Google, nato dopo la creazione di Google+, che ha come intento quello di portare nei risultati di ricerca non solo contenuti ma anche persone e relazioni. In effetti tra la declamata barra, che va in direzione opposta alle scelte di Google, riempita da avatar degli utenti, chat, messaggi, notifiche e pulsanti di varia natura, e i risultati di ricerca con la possibilità di interagire con gli utenti, come ad esempio con la chat (mentre in Google+ è possibile avviare i gli Hangout o Video Ritrovi), sembra proprio di avere a che fare con l’ultimo ritrovato di Big G.

Se ci aspettavamo l’innovazione, ancora non è arrivata.

Volunia prende roba anche da So.cl?

Proprio in merito all’interazione con gli altri utenti sui risultati di ricerca mi torna in mente la mia analisi su So.cl, prodotto di Microsfot realizzato nei Fuse Labs, di cui già qualche settimana fa mi chiedevo se fosse la copia di Google+, Facebook e Twitter.
Il punto in cui Volunia si avvicina tantissimo a So.cl è la possibilità di condividere i risultati e di discuterne con gli utenti. Anche la forzatura grafica delle barre non ricorda altro che il social network di Microsoft.

Ancora una volta vedo copia e non innovazione.

2 Milioni di euro per realizzare Volunia?

Sembra che Volunia sia costato 2.000.000 di euro, cioè due milioni di euro per realizzare qualcosa di già visto. Costa così tanto la parola innovazione, mentre la realizzazione della vera innovazione non ha prezzo, ne tempi, ne realtà.
Io mi chiedo come siano stati spesi questi soldi, dato che fino ad ora il marketing è stato pessimo, i costi di ricerca universitari non dovrebbero essere altissimi, i programmatori ormai costano quanto gli operai, la realizzazione di un cloud on demand con soluzioni tipo gli Amazon Web Services è alla portata di tutti. Qualcuno sa dirmi dove sono andati a finire questi soldi?

Volunia tra la privacy e la delusione nei Risultati di Ricerca

Un problema che si sono già posti molti è quello di come gestirà la privacy Volunia, ma secondo me è alquanto secondario il discorso, basta vedere tutte le cose copiate in giro e soprattutto basta pensare che uno usa Volunia da utente registrato dando il proprio consenso a tutti i paletti posti dal motore di ricerca.

Per ultimo ho lasciato come argomento quello relativo ai risultati nelle ricerche, sto provando grazie a Napolux da qualche minuto Volunia, mi limiterò per il momento a dire poche cose, rimandandovi fra qualche giorno ad una mia analisi più professionale. In ogni caso Luca Conti ha fatto degli esperimenti che confermano quanto sospettavo e quanto a prima vista ho notato. Volunia delude notevolmente nei risultati di ricerca, non si hanno i risultati aspettati, non si hanno risultati ottimali.

Alla conclusione di tutto ciò che penso è che sicuramente Volunia può crescere, ma per adesso ha imboccato tutte le possibili strade sbagliate. Vedremo cosa ne uscirà quando sarà aperto al pubblico.

Se volete un invito lasciatemi l’email nel commento.

 

UPDATE 08/02/2012: La procedura utilizzata per gli inviti sembra al momento non funzionare, per cui portate pazienza e appena ripristinata tornerò ad invitarvi.

Ciao Steve, folle genio

Questo film lo dedichiamo ai folli. Agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti coloro che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti e non hanno alcun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro; potete glorificarli o denigrarli ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli, perché riescono a cambiare le cose, perché fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli folli noi ne vediamo il genio; perché solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero.

Era il 1997, “Think Different“recitava questa pubblicità, come molte volte ha recitato il messaggio che Apple comunicava agli utenti, al mondo.
Era il 1997, Steve Jobs stava rientrando in Apple Inc., la società che aveva fondato e dalla quale anni prima era stato sbattuto fuori.
Era il 1997, il padre e fondatore di Apple (insieme a Steve Wozniak) aveva già avuto tanti successi e tanti fallimenti, ma era pronto per ricominciare, da li a poco la sua azienda avrebbe ancora rivoluzionato il mondo.  Avrebbe reso, con iPhone, lo smartphone allo stesso tempo un prodotto d’elite ma alla portata di tutti. Avrebbe lanciato l’idea con iPad che i tablet sono i notebook del futuro. Avrebbe dato un risvolto commerciale alla musica su internet con iTunes.

Personalmente non sono mai stato un amante di Apple, lo si sa, non mi piacciono iPod, iPhone e iPad, personalmente no nso nemmeno se sono state idee sue, se lui ne ha voluto la realizzazione, se sono le sue parole ad averne accompagnati i vari lanci. Quello che veramente so è che Steve Jobs ha creato l’Apple II, è che grazie a lui oggi usiamo una interfaccia grafica usabile, è che grazie a lui esistono i PC per come li intendiamo. E’ il genio che lancio Pixar.

Con la sua morte Steve lascia una grande eredità al mondo, ci lascia come uno dei più grandi geni, visionari e carismatici personaggi di questo secolo.
Io nell’apprendere tale notizia non so cosa dire, ma il suo discorso all’università di Stanford del 2005 la dice per quanto basta.

Ciao Steve e grazie di tutto.

Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.

La prima storia è sull’unire i puntini.

Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho mollato?

E’ cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però quando arrivai io loro decisero all’ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Così quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d’attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: “C’è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete voi?” Loro risposero: “Certamente”. Più tardi mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l’adozione. Poi accetto di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.

Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l’ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all’epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo più interessanti.

Non è stato tutto rose e fiori, però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l’unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio.

Il Reed College all’epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai dei caratteri serif e san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato.

Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E’ stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno. Certamente all’epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all’indietro.

Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all’indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa – il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia è a proposito dell’amore e della perdita.

Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita. Woz e io abbiamo fondato Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Abbiamo lavorato duramente e in 10 anni Apple è cresciuta da un’azienda con noi due e un garage in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L’anno prima avevamo appena realizzato la nostra migliore creazione – il Macintosh – e io avevo appena compiuto 30 anni, e in quel momento sono stato licenziato. Come si fa a venir licenziati dall’azienda che hai creato? Beh, quando Apple era cresciuta avevamo assunto qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l’azienda insieme a me, e per il primo anno le cose sono andate molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro hanno cominciato a divergere e alla fine abbiamo avuto uno scontro. Quando questo successe, il Board dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni io ero fuori. E in maniera plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era andato e io ero devastato da questa cosa.

Non ho saputo davvero cosa fare per alcun imesi. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me – come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Era stato un fallimento pubblico e io presi anche in considerazione l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: ancora amavo quello che avevo fatto. L’evolvere degli eventi con Apple non avevano cambiato di un bit questa cosa. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.

Non me ne accorsi allora, ma il fatto di essere stato licenziato da Apple era stata la miglior cosa che mi potesse succedere. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creatvi della mia vita.

Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT e poi un’altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie. Pixar si è rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più di successo al mondo. In un significativo susseguirsi degli eventi, Apple ha comprato NeXT, io sono ritornato ad Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E Laurene e io abbiamo una meravigliosa famiglia.

Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. E’ stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l’amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l’unico modo per essere realimente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l’unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l’avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate.

La mia terza storia è a proposto della morte.

Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: “Se vivrai ogni giorno come se fosse l’ultimo, sicuramente una volta avrai ragione”. Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni qualvolta la risposta è “no” per troppi giorni di fila, capisco che c’è qualcosa che deve essere cambiato.

Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose – tutte le aspettative di eternità, tutto l’orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire – semplicemente svaniscono di fronte all’idea della morte, lasciando solo quello che c’è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione per non seguire il vostro cuore.

Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che sarebbe stato meglio se avessi messo ordine nei miei affari (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo. Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il più semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi “addio”.

Ho vissuto con il responso di quella diagnosi tutto il giorno. La sera tardi è arrivata la biopsia, cioè il risultato dell’analisi effettuata infilando un endoscopio giù per la mia gola, attraverso lo stomaco sino agli intestini per inserire un ago nel mio pancreas e catturare poche cellule del mio tumore. Ero sotto anestesia ma mia moglie – che era là – mi ha detto che quando i medici hanno visto le cellule sotto il microscopio hanno cominciato a gridare, perché è saltato fuori che si trattava di un cancro al pancreas molto raro e curabile con un intervento chirurgico. Ho fatto l’intervento chirurgico e adesso sto bene.

Questa è stata la volta in cui sono andato più vicino alla morte e spero che sia anche la più vicina per qualche decennio. Essendoci passato attraverso posso parlarvi adesso con un po’ più di cognizione di causa di quando la morte era per me solo un concetto astratto e dirvi:

Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E anche che la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la Morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita. E’ l’agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico ma è la pura verità.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.

Quando ero un ragazzo c’era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. E’ stata creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. E’ stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing, quando tutto era fato con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid. E’ stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google: era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni.

Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell’ultima pagina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l’autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c’erano le parole: “Stay Hungry. Stay Foolish.”, siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi.

Siate affamati. Siate folli. (Stay Hungry. Stay Foolish.)

Grazie a tutti.

Grazie a te…

Il Tunnel Gelmini costa meno della A3

Capita che l’ultimo giorno dell’estate 2011 porti una interessante scoperta riguardante i neutrini, la velocità della luce e la relatività che potrebbe sconvolgere la Fisica per come la conosciamo.
Così il  Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, tale Mariastella Gelmini, ritiene doveroso fare un comunicato stampa per congratularsi della scoperta, ma leggendo, tale documento, ha fatto vergognare l’Italia, questo quanto scritto:

Dichiarazione del ministro Mariastella Gelmini

“La scoperta del Cern di Ginevra e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è un avvenimento scientifico di fondamentale importanza.”

Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna.
Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo. 

Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. 

Inoltre, oggi l’Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l’anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante”.”

Ed eccovi lo screenshot:

Il comunicato stampa

 

Allora io, come tutto il web italino e non in pratica, mi sono dovuto soffermare su tali parole. A parte che esisterebbe un tunnel che collega il Gran Sasso al CERN, cioè circa 730 KM di tunnel, ma tale opera, che sarebbe tra le più grandi della storia, sarebbe costata all’Italia solo 45 Milioni di euro!!
Da uomo del sud mi sono fermato a fare due conti e mi è venuta in mente l’A3, cioè quel tratto di autostrada che collega Napoli a Reggio Calabria, quel famoso tratto in cui da anni e anni si lavora per il solo ammodernamento, senza mai avere niente di decente e funzionale.

I fatti dicono che il costo totale dei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 dall’inizio dei lavori, cioè dal 2002, al 27 maggio 2011 è stato pari a 7,03 miliardi di euro e che per realizzare altri lavori da qui al 2013 saranno necessari altri 2,83 miliardi. Da accurate indagini risulta che l’A3 costa 20.000.000 di euro al chilometro.
In tutto ciò non ho considerato i futuri lavori per Il Ponte sullo Stretto.

Ora mi chiedo io, se il cosi rinominato Tunnel Gelmini è costato solo 45 milioni di euro, ed è in pratica una volta e mezza l’A3,  non conveniva piuttosto che ammodernare la Salerno-Reggio Calabria fare un bel tunnel  e risparmiare tanti soldi?

Scienze delle Comunicazioni e altre Amenità

Forse qualcuno di voi ancora non lo sa, ma il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca dell’attuale Governo, e Mariastella Gelmini, ha definito “Scienze delle Comunicazioni e altre amenità simili” dei corsi di laurea inutili.

Così il giorno dopo Simona Melani scrive una lettera al nostro caro ministro  in cui chiede il risarcimento danni poichè avendo conseguito la laurea seguendo gli studi di tale corso di laurea, naturalmente approvato dal suo ministero, risulterebbe truffata dallo stato.

Simona Melani ha tutto il mio appoggio, sicuramente quello di tutti i suoi colleghi e molto probabilmente quello della maggior parte di studenti universitari.
In Italia stanno riformando l’Università, ma forse paura della cultura o meno chi fa le riforme non conosce nemmeno l’argomento di cui parla.

Bavaglio e Censura sui Blog. In Italia è realtà

Da anni ormai su internet (ma anche lontano da qui) si discute sulla censura dei blog, già (o meglio ormai) tre anni fa si parlava della famosa Levi-Prodi, scampato il pericolo sono arrivate le varie minacce, con il ministro Roberto Maroni pronto ad attaccare la rete in ogni occasione, con il premio Silvio Berlusconi che spinge sul DDL anti-intercettazioni (la nota e recente legge bavaglio)e così via.

Stamane mi alzo e scopro che la Censura ed il Bavaglio su Internet sono già realtà. Il fatto riassunto in breve è che la Polizia ha posto a sequestro preventivo due post del blog Sul Romanzo, un blog di informazione e cultura letteraria gestito da Morgan Palmas.

I post in oggetto riportavano semplicemente un’intervista ad Antonietta Pinna, una ex studentessa dell’Università degli Studi di Sassari, nella quale la stessa sosteneva che la sua ex correlatrice, Miriam Turrini, l’avesse depradata utilizzando il suo lavoro (la sua tesi di laurea) per realizzare un libro senza minimamente citarla.
La riposta della docente non tarda ad arrivare, così le cose vanno avanti per due strade parallele, una accusa di plagio ed una di diffamazione, entrambe scaturite in denunce.

Così, giudizi personali a parte sulla giustizia o meno di atteggiamenti e di attribuzione di paternità e riconoscimento di diritti, accade che la legge fa il suo corso e a Morgan Palmas arriva la notifica di Google sulla rimozione dei due post via email:

Hello,

We’d like to inform you that we’ve received a court order regarding your
blog http://sulromanzo@gmail.com. In accordance with the terms of the
court order, we’ve been forced to remove the following posts:
http://sulromanzo.blogspot.com/2010/02/malauniversità-baroni-e-furbizie.html
http://sulromanzo.blogspot.com/2010/03/maria-antonietta-pinna-turrini-brizzi.html
A copy of the court order we received is attached.
Thank you for your understanding.
Sincerely,

The Blogger Team

Il tutto corredato da un documento della Polizia di Stato per la richiesta di accertamenti.

Al di la del parere legale, che sicuramente troverete spiegato meglio ed in modo dettagliato da Guido Scorza su Punto Informatico, ma vogliamo parlare dela libertà di espressione? L’articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana dice:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

E mi pare che fino a prova contraria ancora niente è in certo, quindi perchè mai sequestrare a priori i due post? Ciò, al massimo, non dovrebbe accadare una volta che sia stata sentenziata una verità?

E mentre tutti già hanno dimenticato Carlo Ruta (e c’è anche chi mai ha saputo), nel frattempo piano piano iniziamo a stare zitti.

Google Scholar: la ricerca diventa accademica

Ho notato da qualche giorno Google Scholar, particolare versione del motore di ricerca di Google, in questo caso dedicato alla letteratura accademica.
Un servizio che permette di effettuare ricerche tra molte discipline e fonti: documenti approvati per la pubblicazione, tesi, libri, abstract e articoli di case editrici accademiche, ordini professionali, database di studi non ancora pubblicati, università e altre organizzazioni accademiche. Google Scholar consente inoltre di identificare gli studi più rilevanti nel campo della ricerca accademica mondiale.

Funzioni di Google Scholar:

  • Cerca in diverse fonti utilizzando un unico e pratico sito
  • Trova documenti, abstract e citazioni
  • Individua un documento completo nella tua biblioteca oppure sul web
  • Scopri documenti importanti in qualsiasi area di ricerca

Tra l’altro Google Scholar mantiene lo storico dei documenti e fornisce i risultati anche integrandoli nel classico motore di ricerca.

Vi lascio sotto il form di ricerca per testarlo!



Sette cose Sette

Kaj mi ha invitato in questo meme che gira nella blogosfera “libera” americana da un paio di giorni, questa volta non me la sono sentito di rifiutare ed eccomi qui.

Premetto che avevo inizialmente pensato di scrivero sia in italiano che in inglese, ma poi ho deciso di fare sforzare Kaj a comprenderlo. Ecco le regole:

  • Segnala chi ti ha invitato al meme ed elenca queste regole sul tuo blog.
  • Condividi nel post sette fatti che riguardano te stesso, alcuni casuali, altri strani.
  • Segnala sette persone alla fine del post, indicando il loro nome e linkando il loro blog.
  • Fai sapere a loro che li hai segnalati lasciando un commento nel loro blog o su Twitter.

Ed ecco le mie sette cose:

  1. Il primo linguaggio di programmazione che ho imparato è stato il BASIC sul Commodore 64. Il primo linguaggio di programmazione ad oggetti invece è stato Visual Basic.
  2. Ho paura di dormire solo in una casa. (Poi ci dormo uguale eh :P)
  3. Ho studiato in due diverse università, mi sono iscritto tre volte però. (Due a Salerno, una a Cosenza).
  4. Il primo simil-computer che ho avuto è stato un Atari, prima di esso avevo “usato” un sistema a schede perforate.
  5. Il mio numero preferito è il 18, mi piace anche il 3, ma se devo sceglierne uno da 0 a 10 scelgo il 7.
  6. Ho avuto 11 incidenti in vita mia, in nessuno di essi ho riportato danni.
  7. La mia città preferita è Roma, ma sono innamorato di Parigi e tornerei volentieri in Messico.

Il mio invito va a loro sette:

  1. Elide/Sally/Jollyna:perchè lei c’è.
  2. U-Black: perchè lo conosco da troppo poco.
  3. Matteo Campofiorito: così almeno leggo qualcosa nel suo feed di diverso dai bookmarks. 😀
  4. matteoiu: perchè così avrà qualcosa di cui scrivere di suo nel blog. 😛
  5. Ph. Drakan: così magari lo conoscete anche voi.
  6. bard: perchè è uno che fa grandi cose ma molti non lo sanno.
  7. Notorius: dato che è il più recente amico conosciuto “a causa” del blogging.