Accordo Microsoft-Puglia, una lettera aperta a Nichi Vendola

Mi scrive Giuseppe Barbiero, amico di Cosenza attivo sia in politica che nel campo del FOSS/FLOSS, il quale ha preso a cuore la questione del Protocollo di Intesa firmato tra la Regione Puglia e la Microsoft, scrivendo una lettera aperta all’Onorevole Nichi Vendola, che con piacere, anche se questo blog non è ancora attivo, riporto anche qui.

Caro Nichi, la ringraziamo per essere venuto nella nostra città ad
esporre le sue idee, a dispetto di una frangia di concittadini che
invece ha esposto cartelli di dissenso. Il dialogo deve essere al
centro del dibattito per la crescita non l’odio ed il finto razzismo,
figlio appunto di chi li ha creati.

Mi trovo pienamente d’accordo sull’origine del berlusconismo, e vedo
effettivamente sempre più generazioni nuove, rincoglionirsi di fronte
reality e starlette di scarsa attinenza culturale, e soprattutto
adulare stili di vita appunto propri di chi glieli vuole propinare.

Con questa mia lettera però io vorrei comunicarle che ieri avrei
voluto sentire un Vendola diverso, un Vendola proporre IDEE.

Vede Nichi, tutti siamo contro il precariato. Io sfido chiunque, anche
nei più alti piani di uffici direzionali di grandi fabbriche di dire
di essere a favore di un meccanismo di lavoro così assurdo.

La lotta al precariato oggi, viene fatta, a parole anche da chi lo ha
creato. Sono tutti contro il precariato a modo loro, lo sono Bossi,
Fini, Casini, lo era e sarà Veltroni, lo sono Franceschini e Bersani,
ma giusto in ordine sparso.

Il problema vero a questo punto è chiedersi da cosa è generato il
precariato? Non mi venga a rispondere dal famigerato articolo 18. Il
precariato è generato dal potere. La mia esperienza mi mostra gente
che lavora gratis purchè per grosse imprese perchè FA CURRICULUM, e
non che si impegna magari in progetti anche pagati ma per piccole
aziende.
Fra l’altro questi momenti di crisi hanno visto cadere troppi assunti
a tempo INDETERMINATO. Ma loro quindi non erano precari anch’essi?

Allora il precariato non è solo figlio di una legge o di una lotta che
non c’è più . Non è neanche figlio di una nuova tipologia di
contrattualistica, questa consente apparantemente meccanismi prima
inesistenti, meccanismi che prima venivano perpetrati in maniera
differente.

Precaria è l’epoca in cui viviamo, oggi le aziende ci sono, domani
potrebbero non esserci. Torniamo alla voglia di fare dei distretti di
tanto tempo fa e vedrà che ne usciremo. La nostra ormai Italietta le
ricordo è fatta perlopiù di piccole e piccolissime imprese alle quali
togliere meccanismi di mobilità di lavoro, significa mettere loro il
cappio al collo e impedirne la crescita.

Io pertanto PRETENDO Di sapere da un leader di Governo, COSA SI VUOLE
FARE per andare contro il precariato. Io VOGLIO sentire dire che ci
saranno AGEVOLAZIONI per le imprese politically correct. Io VOGLIO
sentirmi dire che lo stato aiuterà le imprese che assumeranno
correttamente, versando in tempi di crisi parte dei costi e dei
contributi. Io VOGLIO sentirmi dire che ci saranno sgravi fiscali
ulteriori per le imprese che assumeranno a tempo indeterminato, ed
anche per chi usera contratti a tempo limitato, versando però tutti i
contributi ai lavoratori.

Se da una parte la lotta al precariato è giusta contro le imprese di
grosse dimensioni, io VOGLIO SENTIRMI DIRE che una impresa oltre i 30
dipendenti, dovrà avere massimo il 10% dei lavoratori precari, e che
ci sia QUALCUNO che controlli il loro operato.

Io VOGLIO sentirmi dire che verranno attivati meccanismi di vera
mobilità di lavoro, che lo scempio che si compie attualmente sulla mia
terra, dove gli UFFICI DI COLLOCAMENTO sono di gestione provinciale e
diversamente rispetto alla loro mission attualmente non SVOLGONO UNA
BENCHE’ minima attività sociale, siano veramente centro di
aggregazione di domanda ed offerta.

Le faccio anche un esempio: esiste ad oggi una borsa di formazione
lavoro, adibita soltanto a chi è iscritto alle liste di collocamento.
Ma perchè se in automatico dalle liste vengo cancellato quando vengo
assunto, non vengo NEANCHE REISCRITTO se il mio contratto scade? Chi è
che non ha bisogno di lavorare? PERCHE’ l’iscrizione non è automatica?
PERCHE’ ho bisogno di comparire in delle assurde ed inutili liste
provinciali per poter accedere ai finanziamenti regionali?

Io VOGLIO sentirmi dire che le piccole imprese possono accedere ad
assunzioni anche biennali o triennali, in maniera semplice e senza il
salasso tributario attuale, e che ciò costituisca MOTIVO di crescita
sia per l’impresa che per chi vi lavora. Da qui ripartiremo per una
crescita programmata.

Io caro Vendola, voglio finalmente sentire proposte ed idee.

L’Italia tra informazione e corruzione sempre più giù

Come volevasi dimostrare, la Manifestazione sulla Libertà di Stampa naturalmente si è confermata una farsa.
Intanto mentre gli Italiani continuano a preferire la TV come fonte primaria di informazione, il TG1 ed il TG5 perdono terreno (secondo il Sondaggio Demos Coop), ma la situazione non è che cambi molto.

Giusto per non perdersi d’animo e primeggiare in qualcosa l’Italia è alla posizione 67 della graduatoria stilata da Transparency International sulla percezione della corruzione nella pubblica amministrazione.
Qui in pratica siamo peggio del Ruanda.

Insomma dove andremo a finire?

Francesco Cossiga è morto.

Diversamente da come intitolo di solito i necrologi, questo è abbastanza semplice e spartano, a buon motivo.
Nella mia vita sono sempre stato indeciso se considerare Francesco Cossiga, morto oggi all’età di 82 anni, un buono o un cattivo.

Francesco Cossiga

Sicuramente è stato un uomo in gamba per molte cose, diplomato oltremodo in anticipo, laureata a vent’anni, ancora trentenne già in prima linea nella politica italiana. Da record in ogni incarico ricevuto.
Sicuramente fu utile nella riforma dei servizi segreti e nella creazione dei reparti speciali di Polizia di Stato e Carabinieiri (rispettivamente i NOCS e i GIS).

Indubbiamente fu poco chiara la sua posizione nel caso Moro.
Indubbiamente fu scomoda la sua posizione in diverse fughe di notizie.
Indubbiamente è stato zitto su Gladio.

Una cosa è da notare, lui dopo 33 anni di matrimonio e 2 figli ha ricevuto l’annullamento del matrimonio dal Tribunale della Sacra Rota, io non lo avrò nemmeno pregando.

Scegliete voi come ricordarlo, oggi Francesco Cossiga è morto e io ancora devo decidere cosa pensare di lui.

Diciotto anni dalla morte di Paolo Borselino e dalla strage di via d’Amelio

Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.

Olte diciottani fa Paolo Borsellino pronunciava questa frase, lui come Giovanni Falcone, un eroe.

Paolo Borselino con Giovanni Falcone

Il 19 Luglio 1992, a Palermo, in via Mariano D’Amelio, il magistrato antimafia Paolo Borsellino ed i suoi agenti della scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, persero la vita.

Che sia stata la mafia, le istutuzioni, lo stato o una miscela di quete poco importa, sarebbe bello che il loro sacrificio non fosse stato vano.

Diciotto anni dalla morte di Giovanni Falcone e dalla strage di Capaci

Per vent’anni l’Italia è stata governata da un regime fascista in cui ogni dialettica democratica era stata abolita. E successivamente un unico partito, la Democrazia cristiana, ha monopolizzato, soprattutto in Sicilia, il potere, sia pure affiancato da alleati occasionali, fin dal giorno della Liberazione. Dal canto suo, l’opposizione, anche nella lotta alla mafia, non si è sempre dimostrata all’altezza del suo compito, confondendo la lotta politica contro la Democrazia cristiana con le vicende giudiziarie nei confronti degli affiliati a Cosa Nostra, o nutrendosi di pregiudizi: <<Contro la mafia non si può far niente fino a quando al potere ci sarà questo governo con questi uomini>>.

Sono passati più di diciotto anni da quando è stata detta questa frase, eppure sembra così attuale.

Sono passati 18 anni dalla Strage di Capaci, da quel 23 Maggio 1992 in cui Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro persero la vita per mano della mafia.

Non dimentichiamoli.

Il Milione (ovvero da Marco Polo a Silvio Berlusconi)

Se negli ultimi due giorni avete sentito parlare de’ “Il Milione” di persone, sappiate che avete capito male. Per il PdL non c’erano un milione di persone a Piazza San Giovanni di Roma. C’è chi ha le prove.

Forse si riferivano a “Il Milione” di Marco Polo. Il PdL di Silvio Berlusconi spara cifre. Magari anche il Premier fa autobiografie in forma di saggio. Ma lui ha poco a che vedere con l’Imperatore di Gostantinopoli. Anche se imperatore vorrebbe essere.

Ma chissà se anche lui sarebe disposto a passare lo Gran Mare per accrescere le proprie ricchezze. Intanto in Italia lo fa con le leggi.

Google vs Cina. Abbandono di BigG. Chi vince veramente?

La guerra tra Google e la Cina, o meglio con il governo della Repubblica Popolare Cinese, va avanti da un pò ed è ormai arrivato ai ferri corti. Dopo gli attacchi da parte di hacker cinesi nei confronti di GMail, che secondo BigG sono stati effettuati su mandato dello stesso governo nei confronti dei dissidenti locali che cercavano di difendere i diritti umani, e l’eliminazione delle censure da parte di Google, si arriva ora a quello che potrebbe essere l’ultimo atto della storia.

La novità del giorno è quella che il gigante di Mountain View sarebbe pronto a lasciare la Cina, chiudendo innanzitutto il motore di ricerca. Tale operazione, che secondo i ben informati dovrebbe essere eseguita ufficialmente il 10 Aprile 2010, è stata annunciata da diversi media cinesi, rimbalzando poi su diverse agenzie di stampa internazionali. Sempre secondo gi addetti del settore, Google manterrebbe attivo in Cina una parte del settore sviluppo e ricerca, gli uffici che curano l’advertising, i servizi di telefonia (Google Voice), Google Answers ed i servizi relativi al browser (Google Chrome).

Quello che succederà veramente è da vedere, però nonostante la potenza di Google, per l’azienda sembra comunque una sconfitta e tutto ciò appare come l’ennesima vittoria e l’ennesima azione, anche se inderetta, di censura da parte del governo della Repubblica Popolare Cinese.

40 Anni dall’Apollo 11 (ovvero quando l’uomo “sbarcò” sulla Luna)

40 anni fa, il 20 Luglio 1969, è ricordato come il giorno in cui l’uomo conquistò la Luna. Nel corso degli anni ci furono molte polemiche e dubbi sulla verità della cosa, oggi però l’Apollo 11 con i membri dell’equipaggio vengono ricordati positivamente da molti.

We Choose The Moon è un servizio che ripercorre le fasi di tutta la missione partendo da Cape Canaveral e seguendo l’Apollo 11 fino allo sbarco sulla Luna.

Divertitevi!

Il mio pensiero su Debora Serracchiani e la sua NON candidatura al congresso

Circa 2 mesi fa, per la prima volta in vita mia, mi sono esposto pubblicamente appoggiando una candidatura politica, oggi non rinnego la mia scelta, ma vorrei dire due parole a Debora Serrachiani, come hanno fatto in tanti nel web, in merito alla sua mancata candidatura al congresso.

Io non ce l’ho con Debora perchè non si è candidata, è libera di scegliere per la sua vita e come si dice in giro per la blogosfera sarabbe stata massacrata. rispetto la sua scelta perchè in effetti è una sorpresa, voluta dal popolo del web, ma sicuramente se vuoi concorrere alla segreteria del PD devi avere il favore dei circoli e li come si sa da sempre devi fare favoritismi.

Non capisco il dire che Dario Franceschini è il più simpatico e dopo sentire dire in giro che è una battuta. Quando le battute le fa Silvio Berlusconi tutti si indignano. (NdL Debora nella lettera ai sostenitori ha detto di non scegliere Franceschini per la simpatia)
Debora Serracchiani è voluta dalla gente del web, dai giovani, ma sicuro non ce l’avrebbe fatta. Fosse vero il fatto che le è stata promessa la vicipresidenza allora sarebbe una brutta cosa, ma in realtà non la merita?
In realtà a me Francischini poteva anche piacermi, se solo non avesse fatt una marcia indietro epocale. Se dai la tua parola poi devi mantenerla Dario.

Debora Serracchiana ha scritto una lettera personale ai suoi sostenitori, pubblicandola anche sul suo blog, da quanto lei scrive penso di aver capito io male, io non condivido l’idea del PD, io condivido l’idea de rinnovamento, dei valori, di un’Italia migliore.
Debora non dovrebbe volere “il bene del PD”, dovrebbe volere il bene dell’Italia, il bene dei suoi elettori, il bene della gente che in qualche modo l’ha sostenuto e alla fine anche il bene di chi le vuole male.
Debora non dovrebbe definire coraggiosa la sua scelta, dovrebbe definirla di riparo. Una scelta che non metterà niente a rischio, lei piace, è ormai una bandiera e chiunque sarà il segretario potrà usarla come immagine fresca e giovane del partito.

Però ha ragione su alcune Debora, in primi sulla scelta responsabile, questo è vero, è stata eletta al Parlamento Europeo ed onorerà il suo ruolo. In secondo luogo nella scelta di evitare individualismo all’interno del partito, magari lei sarà il primo esempio nella rinascita di qualcosa di buono.

La Serracchiani dice inoltre: “Io lavorerò in prima persona per la realizzazione della nostra idea di Partito Democratico.
Debora, io mi fido di te, siamo sicuri che non mi deluderai? Io potrei ancora darti tutta la mia fiducia, ma tu mi dai una risposta e mi fai capire che noi poveri NON onorevoli non siamo soli?