Se ultimamente avete aggiornato nel vostro sistema PHP (da PHP 5.3 in poi) e utilizzate sul vostro server bbPress, molto probabilmente avrete ricevuto l’errore:
“Deprecated: Assigning the return value of new by reference is deprecated in bb-includes/backpress/class.wp-taxonomy.php“
o qualche errore simile.
Ciò dipende dal fatto che utilizzando bbPress stabile state facendo uso di funzioni deprecate di PHP, ma ancora valide e basterò quindi sopprimere il messaggio, il problema è risolto già nella versione in sviluppo del software di gestione del forum di casa WordPress (o meglio Automattic), però per ovviare al problema in produzione dovrete fare delle modifiche manuali.
Per applicare il fix al problema di bbPress dovete quindi modificare i file come sotto riportato:
Nel giorno in cui la News Corp. di Rupert Murdoch chiede la rimozione da Google News, Big G non resta ferma e presenta il suo nuovo sistema operativo anticipando ogni previsione.
Si chiamerà Google Chrome Os (il progetto invece Chromium Os) quello che è stato momentaneamente presentato a Mountain View solo agli sviluppatori. Per fare capire di cosa si tratti Google (oltre alla presentazione) ha realizzato un video.
Dovrebbe trattarsi di un sistema operativo basato su un kernel Linux, affiancato dai suoi classici componenti come D-Bus e WPA Supplicant, e da i classici servizi com NTP e syslog.
Ad uno strato inferiore ci sarà un firmware personalizzato iin cui oltre al software per il System Recovery, troverà posto il gestore del Fast Boot.
Il server grafico dovrebbe come da tradizione essere un Server X-Window, sopra di esso dovrebbero trovare posto due componenti: il Window Manager e Chromium (progetto su cui si basa il browser Google Chrome), che dovrebbe essere il cuore di tutto il sistema su cui poi, oltre alla visualizzazione delle pagine web e alla gestione delle estensioni, si baseranno le applicazioni web.
Architettura Software di Google Chromium OS
Nessuna demo ancora pronta per il download, però è già stato reso disponibile il codice sorgente e le istruzioni per la compilazione del sistema operativo e per l’utilizzo da parte degli sviluppatori.
Gli obiettivi di Google sono molteplici, con il suo sistema operativo promette: velocità, l’obiettivo sarà quello di avere un sistema avviato in pochi secondi; semplicità e alto potere computazionale, il tutto all’insegna del cloud computing con i software disponibili direttamente da internet; sicurezza, in quanto i programmi saranno online su un server protetto e ad alta sicurezza.
In questo modo Google si avvicina tra l’altro sempre di più al mondo mobility, affiancando Chrome Os ad Android e cercando così di colpire il duopolio Microsoft Windows / Mac Os X (con piccole fette per Linux) in un mercato ancora nuovo e aperto che in futuro potrebbe segnare la strada del successo.
Vedremo presto cosa accadra, intanto voi fatemi sapere cosa ne pensate!
Avevo parlato qualche giorno fa di Indiana Pwns, il nuovo Wii Hacking che permette di installare Homebrew sulla Nintendo Wii (anche per System Menu 4.0, System Menu 4.1 e System Menu 4.2). Oggi vi delizio con una guida passo passo su come usare l’Indiana Pwns per eseguire homebrew.
Innanzitutto per eseguite l’Indiana Pwns avete necessità di:
Una memoria SD card di massimo 2GB (attenzione non deve essere SHDC perchè non supportata dal gioco e dal’exploit) formattata FAT16 o FAT32.
Un SD card reader
Il videogame LEGO Indiana Jones originale, il quale deve essere stato giocato almeno una volta prima della realizzazione del’exploit Indiana Pwns
Uno o più homebrew da caricare (ad esempio l’Homebrew Channel installer)
l’exploit Indiana Pwns (scaricabile da WiiBrew)
Prima di eseguire l’exploit Indiana Pwns se avete un salvataggio esistente di LEGO Indiana Jones fate un backup dello stesso nel seguente modo:
andate nel menu Opzioni Wii
cliccare su Gestione Dati
entrare in Dati Salvati
andare in Wii
selezionare il salvataggio di LEGO Indiana Jones scegliere Copia e confermare scegliendo Si
A questo punto seguite questa procedura per eseguire il Wii Hacking Indiana Pwns
Ora selezioniamo la “SD” ed andiamo a selezionare il salvataggio di Lego Indiana Jones che fa riferimento alla nostra regione e scegliamo di copiarlo confermandone sempre la copia con “Si” # Ora avviamo Lego Indiana Jones ed andiamo nel cortile per poi entrare nella stanza dell’arte per caricare il vostro “salvataggio” e track… il vostro software HomeBrew verrà caricato!
Copiare nella SD Card (nella root) il file .elf dell’homebrew (ad esempio l’HomeBrew Channel)
Copiare la “private” estratta dal pacchetto di Indiana Pwns
Inserire l’SD card nella Wii e accendere la Wii
Entrare nel menu Opzioni Wii
entrare in Dati Salvati
andare in Wii
cercare il salvataggio di LEGO Indiana Jones e cancellarlo scegliendo Cancella e cliccando su Si
Selezionare ora la SD
selezionare il salvataggio di LEGO Indiana Jones (cioè l’Indiana Pwns) corrispondente alla propria regione di gioco
cliccare su Copia e successisivamente su Si
Uscire dal menu delle Opzioni Wii ed arrivare al Menu Wii principale
Inserire il disco orginale di LEGO Indiana Jones e avviare il gioco
Iniziate a giocare, andate nel cortile ed entrate nella “stanza dell’arte” per caricare il salvataggio relativo all’Indiana Pwns
a questo punto verrà caricato il vostro homebrew ed è tutto fatto.
E’ stato scoperto da poco tempo un nuovo hack per Wii che permette di usare gli homebrew nella console di casa Nintendo senza alcuna modifica hardware, il nome del nuovo wii hack è Indiana Pwns.
Per effettuare l’Indiana Pwns Wii hacking è necessario utilizzare il gioco “Lego Indiana Jones”, questo permette mediante un salvataggio del gioco di eseguire applicazioni non firmate sa una memoria SD esterna, sarà quindi ad esempio prossibile eseguire homebrew .elf o .dol (e ad esempio installare l’homebrew channel). Anche questo hack è stato creato dal Team Twiizers.
il Wii hack Indiana Pwns è funzionante anche su Wii System Menu v4.0 e Wii System Menu v4.1 e si presenta come alternativa ai vecchi Twilight Hack, Hack SSBB (l’hack di Super Smash Bros Brawl) e Bannerbomb.
Ho appena appreso la notizia di un decreto legge apparso sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 6 aprile 2009. Il decreto legge reintroduce l’obbligo dell’apposizione dei contrassegni SIAE su CD, DVD e software.
Il Presidente del Consiglio e la SIAE quindi non ascoltano le indicazioni date nella Sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che l’8 novembre 2007 ha stabilito l’inoppobilità dei contrassegni ai privati.
Inoltre è da notare che il Decreto è retroattivo, rendend così non conformi i supporti precedentemente distribuiti senza contrassegno.
In questo preciso istante non ho tempo di approfondire, ma vorrei capire se il Software Libero e la Musica Libera verranno toccati da tale sentenza.
Inoltre continuo a chiedermi come mai proprio la SIAE ha tutti questi privilegi?
Invio via email un file ad un collega, siccome conteneva oltre che semplice testo anche immagini, tabelle ed altro decido di mandargli un file realizzato con OpenOffice.org Writer 3.0, estensione .odt. Naturalmente il mio collega, che per semplicità chiameremo J, proviene dal mondo proprietario.
Ci tengo a precisare che J è comunque un buon collega, un ottimo tecnico, uno che ha voglia di apprendere, nonostante non sia più giovanissimo :P, uno che non si fa problemi se arriva n giorno e trova sistemi *Nix, se non sa usarli si impegna per apprenderli. Inoltre è uno che ascolta e accetta i consigli, così come spesso sa dispensarne.
Detto ciò, alla ricezione del suddetto file, J mi chiede “che file è .odt?”, io, nel mio voler morire, spiego che è l’estensione di OpenOffice.org, ma che per cortesia gli avrei mandato il file in formato .doc. Allora J risponde “Si, grazie, mandamelo in formato standard”. Naturalmente mi incazzo. Spiego la solita storia di cosa sia uno standard, ricevo la solita risposta sullo “standard de facto”. Mi incazzo ancor di più.
Mando il file in PDF, che per quanto non possa piacermi, qualcosa e anche più di standard lo ha. Nell’email scrivo quanto segue:
“Scusami, per me uno standard è una cosa approvata dall’ISO, che permette
senza l’acquisto di software proprietario di usufruirne, che mi permette
di poterlo modificare ed estenderlo ma senza cercare di limitare la
libertà altrui che mi permette di dare a tutti la possibilità di trarne
beneficio. Che mi permette di essere libero di scegliere.
Scusami eh, ma io scelgo di essere libero.”
Sono sicuro che tra qualche mese J apprezzerà ed amerà OpenOffice.org. Non è uno stupido.
Come sapete da qualche giorno mi è arrivato uebbi, il prossimo gadget tecnologico che Telecom Italia rilascerà sotto il marchio Alice, vi dico le mie impressioni dopo un paio di giorni di utilizzo.
Hardware uebbi ha un bell’aspetto, di colore bianco, piccolo abbastanza piccolo da non disturbare, ma non così piccolo da non essere visto.
Ha un bel display, 3,5″ che si fanno valere bene, inoltre è touch screen, sensibile al tocco al punto giusto e non perde un colpo.
Per quanto riguarda invece gli ingressi, uebbi ne ha due, uno per le SD e uno USB, purtroppo quest’ultimo a causa della posizione può essere inutilizzabile con alcuni USB drive.
La connettività è disponibile sia tramite cavo grazie ad una porta ethernet, sia tramite wireless, con tanto di supporto WEP, WPA e WPA2.
Software
Uebbi ha un sistema basato su Linux, si presenta con un’aspetto simile ad una radiosveglia, quindi la schermata che visualizzerete nei momenti di inattività sarà quella riportante l’orario e la temperatura.
Il menu è diviso in due parti con delle icone che sembrano classiche da software desktop, sebbene definite widget in realtà le applicazioni sono dinamiche solo per il fatto che si aggiornano i propri dati via internet, ma non è (almeno al momento) prevista la possibilità di aggiungere nuove applicazioni.
Le applicazioni presenti al momento sono oltre al classico player audio e visualizzatore di foto, le cosiddette widget di Virgilio, cioè un software per ascoltare la radio in streaming, uno per vedere i video da Alice DailyMotion, uno per ascoltare le news dell’Ansa, l’oroscopo ed il meteo.
La sveglia presente è programmabile in diversi modi, scegliendo di creare più sveglie, configurarle ad un determinato orario, in determinati giorni e con una musichetta a scelta.
Infine è presente un registratore di note vocali che permette di ascoltare ad una data schedulata.
Le prime conclusioni
Penso che uebbi sia fatto bene ma con alcuni limiti, ad esempio manca un lettore di feed RSS, manca un mini-browser, non è possibile installare applicazioni di terze parti. Essendo basato su Linux però potrebbe portare a molti hack interessanti!
In conclusione è uno strumento simpatico ma da geek fissato, in realtà non ho ancora capito quale uso potrebbe farne l’utente medio, magari ci penso qualche giorno e presto vi farò sapere qualche altra impressione.
Molti di voi già conosceranno Jamendo, ma voglio comunque parlarne e segnalarlo a chi ancora non lo conoscesse.
Jamendo è un servizio che combinando una piattaforma musicale ad comunità mira a creare, forse già riuscendoci, un nuovo modello di business. In parole porvere Jamendo non è altro che per gli artisti un servizio di pubblicazione delle proprie canzoni o musiche, mentre per gli utenti un sistema per cercare, ascoltare e scaricare musica.
Tutta la musica disponibile su Jamendo è distribuita sotto una licenza libera, Creative Commons o Free Art License, è possibile in genere ridistribuire la musica scaricata, ascoltarla quante volte si vuole, senza pagare alcuna cifra e senza nessuna royalty nascosta.
I file audio sono distribuiti nel doppio formato Ogg Vorbis ed MP3, il loro download è effettuabile da web tramite HTTP, da rete eDonkey o da BitTorrent.
L’integrazione con un social network formato dagli utenti della comunità fa si che gli artisti vengano conosciuti e i loro album votati tramite il sistema di votazione e raccomandazione integrato. Inoltre con la possobilità di etichettare sia gli artisti che le canzoni è possibile scoprire facilmente nuovi artisti attinenti ai nostri gusti. Inoltre è possibile oltre alla ricerca per genere, effettuarne una in base agli artisti famosi preferiti.
Il modello di business di Jamendo è semplicissimo, anche se abbastanza alternativo ai metodi standard utilizzati per guadagnare in genere con la musica e i musicisti sta riscuotendo un discreto successo.
Gli artisti possono scegliere tra due diversi programmi: le donazioni o la pubblicità. Nel primo caso l’artista riceverà la donazione, minima di 5 euro, meno 0,5 euro che andranno nelle casse di Jamendo, mentre nel secondo caso l’artista e Jamendo divideranno in parti uguali il guadagno proveniente dall publbicità on line.
Questo sistema sta funzionando talmente bene che un pò di tempo fa YouTube pensò di fare qualcosa di simile.
Il sito è al momento disponibile in diverse lingue, anche se non tutte completamente tradotte, oltre all’Italiano è presente l’Inglese, il Tedesco, lo Spagnolo, il Francese, il Polacco, il Portoghese, il Russo ed infine il Turco.
La comunità è già adesso vastissima, ad oggi si contano 11583 album pubblicati, 64123 recensioni di album e 392863 membri attivi, ma questi numeri crescono di ora in ora.
Inoltre Jamendo si integra bene con diversi software, tra cui:Rhythmbox, Amarok,HO Player, Ruja, Music4Wii, nstnt player e SongBird.
Per quanto riguarda gli sviluppatori, Jamendo mette a disposizione un proprio set di API, che per facilitare il lavoro degli sviluppatori sono anche compatibili con quelle di Flicrk, Last Fm e AudioScrobbler, oltre a fornire un dump del database di tutti i dati, ciò rende possibile l’utilizzo di applicazione e mashup esistenti con poche e semplici modifiche.
Insomma, alla fine dei conti Jamendo può essere un’ottima scelta per chi ama la musica oppure una valida alternativa per chi subisce la forza delle major (come The Pirate Bay).
NdL: Tra le altre cose pian piano sto cercando di portare anche i contenuti su OS Tracker in modo da diffonderli.
Da qualche giorno il noto servizio Web 2.0 di condivisione musicale di Mixtape, che prende l’originale nome di Muxtape, è stato chiuso per un tempo indefinito a causa di problemi con la RIIA.
MA la comunità della rete sembra non sottostare a queste privazioni e subito qualcuno della comunità open source ha pensato di fare un progetto simile in modo che ognuno possa creare i propri mixtape sul proprio sito.
Per utilizzare il nuovo software, che prende il nome di Opentape, è necessaria qualche conoscenza in più dell semplice inserimento dei propri dati in un sito, però non è nemmeno tanto complicato, provare per credere!
Microsoft ha ufficialmente rilasciato Photosynth, creato dai Microsoft Live Labs si propone come alternativa migliorata dei più noti Flickr e Picasa e sembra avere qualche caratteristica interessante pronta a dargli la marcia in più per recuprare il terreno già perduto.
Photosynth permette di caricare on line delle foto e visualizzarle in un ambiente 3D navigabile. Basterebbe già questa caratteristica a far primeggiare Microsoft tra le concorrenti, inoltre i 20GB di spazio a disposizione per archiviare le foto non sono di poco conto. Per il resto dei servizi Photosynth è allineato ai principali concorrenti.
Per utilizzare però Microsoft Photosynth si ha la necessità (sarebbe meglio dire obbligo) di installare due software, il client di visualizzazione e l’uploader.
In realtà c’è già chi si pone qualche domanda non di poco conto, Simplicissimus fa notare che il software funziona bene con “le foto giuste”, cioè bisogna adattare i propri scatti al software e non viceversa.